I dati smontano la favola: in Germania la “transizione green” non funziona

L’incremento di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è quasi nullo. E l’elettricità costa il doppio rispetto agli Usa

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Germania green

In merito alla replica piccata del ministro degli Affari Esteri tedesco Annalena Baerbock, in risposta alle parole di Donald Trump, “La transizione energetica in Germania funziona e nel Paese non si mangiano cani e gatti”, mi sembra doveroso ricorrere all’esame di realtà (sì, siamo nell’ambito della psicoterapia).

Secondo i dati preliminari, pubblicati dall’Agenzia federale dell’ambiente tedesca (UBA), la generazione da fonti rinnovabili nel primo semestre del 2024, ha raggiunto 147 terawattora (TWh), in aumento del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Detraendo dalle fonti rinnovabili le biomasse e l’idroelettrico, rispetto al 2023, la produzione di energia elettrica da vento e solare, è passata dal 43,6% al 43,9%, con un incremento dello 0,3%.

Quindi, la transizione energetica in Germania funziona? Non proprio. Il non detto è che la Germania, per incrementare la produzione di energia elettrica dal vento e dal sole dello 0,3%, ha dovuto aumentare di oltre il 17% la capacità di generazione fotovoltaica e del 4% la capacità di generazione eolica, investendo un’enorme quantità di capitale per incrementarne la produzione di un misero 0,3%. Per comprendere meglio il motivo di tale differenza è necessario tenere conto del fattore di capacità (CF= rapporto tra produzione effettiva e teorica) che, ad esempio, nel caso di un generatore eolico Onshore, installato in Germania, è mediamente del 21%.

Dopo tutti questi numeri, veniamo al nocciolo della questione. In ambito UE, il costo dell’elettricità al consumo in Germania, nel secondo semestre del 2023, era al secondo posto, subito dopo il Belgio. Per darvi un’idea, il prezzo in Germania, a fine 2023, era di 37,8 cent/kWh, mentre il prezzo medio negli USA era di 16 cent/kWh. Niente male come risultato di un investimento mostruoso, che doveva portare ad una riduzione consistente del costo dell’energia in pochi anni, così almeno si vaticinava in Germania nel 2017. Il risultato, ovvio, è che le industrie manifatturiere tedesche, specie quelle più energivore, non sono più competitive. Spingere sempre più sull’eolico e sul solare, aumentando ancora i sussidi (sussidi= soldi dei contribuenti), secondo Annalena Baerbock è, evidentemente, un fantastico modello vincente (Trump prendi nota)! Il Governo, pertanto, continuerà imperterrito con la sua politica “green” fino a quando gli elettori non si sveglieranno, e non sarà un piacevole risveglio.

Carlo MacKay, 26 settembre 2024

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