Pur trovandosi ormai sull’orlo del baratro, l’Europa tecnocratica dei burocrati e delle lobby finanziarie non pare minimamente intenzionata a rinunciare a quell’iper-ideologismo dilagante che, in questi ultimi anni, ha ampiamente contribuito ad accelerare il rovinoso fallimento del progetto unitario europeo.
Dopo i vari deliri a tinte green strettamente legati alle logiche del patto verde comunitario che hanno contraddistinto l’agenda politica dell’Ue nell’ultimo quinquennio, le istituzioni europee sembrerebbero adesso intenzionate a volersi prodigare nella promozione di tutte quelle istanze di “genere” connesse alla delirante ideologia delle identità non binarie. In questa direzione si è mosso recentemente il Parlamento europeo, che, nelle ultime ore, ha dato il prima via libera ad un testo pensato per rendere più sicura la mobilità all’interno dei confini Ue, che, di fatto, prevede la possibilità che i vari Paesi membri possano rilasciare documenti di identità contenenti indicazioni non più sul sesso del soggetto, bensì sul genere.
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In sostanza, sulla base di quanto previsto dagli emendamenti recentemente approvati in sede comunitaria, oltre ai canonici “maschio” e “femmina“, sarà possibile riportare sul documento la dicitura “X” dedicata a chi, eventualmente, non si dovesse identificare in alcuno dei due sessi biologici. Non solo. Perché uno degli emendamenti in questione, prevede, tra l’altro, la possibilità di estendere il riconoscimento dell’identità di genere a tutti i Paesi dell’Unione laddove un soggetto l’avesse già ottenuta in uno solo degli Stati membri.
Queste sono, in estrema sintesi, le ultimissime novità in seno al Parlamento europeo inerenti il riconoscimento delle identità non binarie nei documenti ufficiali. Adesso la palla passa al Consiglio europeo, dove i Paesi membri possono, eventualmente, far valere il diritto di veto. Purtuttavia, al di là dei possibili veti e del sacrosanto rispetto per le libertà sessuali dei cittadini dell’Unione, ciò che non può non saltare all’occhio è l’ideologismo sfrenato che, ancora oggi, impera incontrastato all’interno delle istituzioni comunitarie, in barba alla realtà, alle priorità, alla ragionevolezza e al buonsenso (pur avendo un approccio pro-libertà e pro-diritti civili, come si fa a negare che i sessi biologici siano soltanto due?).
Salvatore Di Bartolo, 6 aprile 2025
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