Salute

I dubbi di Cacciari: “Questo non è un vaccino”

Il filosofo stronca il nuovo lasciapassare allo studio del governo: “È incostituzionale. Siamo arrivati a livelli intollerabili”

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Massimo Cacciari torna a suonare la sveglia sul fronte green pass e si pone delle domande sul vaccino. Mentre i governatori (anche leghisti e di centrodestra) chiedono di applicare le restrizioni solo ai no vax, il filosofo prende di mira il super green pass che sarebbe “incostituzionale” se varato dal governo. “Mi sembra siamo arrivati a livelli davvero intollerabili – attacca Cacciari ospite di Radio Cusano Campus Prima almeno c’era ancora la foglia di fico del tampone, se cade anche questa allora è diventato un obbligo”.

Green pass o obbligo vaccinale?

Ed è proprio questo il punto. Come ormai ripetiamo da mesi, il green pass altro non appare che un obbligo surrettizio alla vaccinazione. Un modo per avere la fiala piena e la moglie vaccinata. Ovvero costringere i cittadini ad accettare il siero, anche se non lo vogliono, senza però farsi carico di eventuali eventi avversi. “Occorre che ci sia una piena assunzione di responsabilità da parte delle autorità – dice Cacciari – quindi un obbligo esplicito alla vaccinazione senza se e senza ma”. Cosa cambierebbe? Lo Stato dovrebbe rispondere, ragiona il filosofo, delle “correlazioni possibili tra certe categorie ed effetti dovuti alla vaccinazione“, mentre “adesso quando vai a vaccinarti sottoscrivi una dichiarazione in cui elimini ogni responsabilità dello Stato e delle case farmaceutiche”.

I dubbi di Cacciari sul vaccino

Il secondo aspetto sottolineato da Cacciari per “smontare” la logica del super green pass è quella delle infezioni. “È risaputo – spiega – che anche i vaccinati possono infettarsi e la categoria più a rischio, quella anziana, è vaccinata oltre il 90%”. Il problema dunque non sarebbe l’essersi iniettati il siero o meno, ma il fatto che “la percentuale di ospedalizzati vaccinati nelle fasce più anziane dimostra che non basta questo vaccino per proteggere dalla malattia grave”. Dunque, la domanda sorge spontanea: “Perché continuiamo a vaccinarsi con questo vaccino? I vaccinati contagiano e vengono contagiati”. E poi “questo non è un vaccino, lo ha dichiarato anche il presidente della Bayer: o si trova un altro vaccino o si cambia strategia. Il principio fondamentale per imporre una cura a livello costituzionale è quello del consenso informato, ma qui non mi pare che siamo informati su questi vaccini”.

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