Economia

La crisi del gas

I due tragici errori commessi dall’Ue sul gas

Un articolo del Nyt svela gli errori della strategia occidentale. E le riserve non sembrano bastare per l’inverno

Economia

Proprio stamattina, sulle colonne del sito nicolaporro.it, ulteriormente esaminato nella Zuppa di Porro di oggi, ponevamo seri e ragionati dubbi, circa le misure applicate dai Paesi occidentali per risolvere le crisi del gas e del greggio russo. Ricordavamo, infatti, i lati oscuri che potrebbero presentarsi, in caso di fissazione di un price cap all’esportazione del petrolio russo; oppure, del continuo espansionismo di Mosca nel mercato interno cinese.

L’articolo del New York Times

Ebbene, ulteriori dubbi sono stati sollevati oggi dal New York Times. In un pezzo sul fondo del quotidiano, a firma dei giornalisti Abhijit V. Banerjee ed Esther Duflo, il quotidiano americano ha ammonito gli Stati dell’alleanza atlantica di applicare, in tema di gas, proprio le misure che dovrebbero essere evitate. E questi “rimedi”, in voga negli ultimi mesi, sono essenzialmente due: la soppressione dei prezzi e l’accumulo delle forniture di energia.

Il giornale statunitense riprende i dubbi del Fondo Monetario Internazionale, specificando come la soppressione dei prezzi “aiuti le persone che non hanno bisogno di aiuto (i ricchi), tende a continuare a lungo, dopo la fine di una crisi, perché le persone non vogliono rinunciare ai sussidi”. E ancora: “Per quanto possibile, gli aiuti dovrebbero essere diretti a coloro che ne hanno più bisogno, coloro che non sono ricchi e quindi spendono una quota maggiore del loro reddito in benzina, gas naturale ed elettricità”. Per di più, aggrava ulteriormente le carenze di energia perché “i consumatori sono meno incentivati ​​a conservare ed i produttori meno incentivati ​​a produrre”.

Ma non finisce qui. Il Nyt pone una distinzione tra accumulo ed accaparramento, imputando all’Occidente di esercitare proprio quest’ultima politica: “Il signor Verleger, che ha un dottorato in economia, ha affermato che l’accumulo di scorte significa garantire forniture per soddisfare un bisogno prevedibile, mentre l’accaparramento è prendere più del necessario per il panico o per speculare a scopo di lucro“.

Il messaggio di Gazprom

Da qui, si ricollega il messaggio di Gazprom delle ultime ore: gli stoccaggi europei pieni non basteranno per far fronte all’inverno. Il colosso russo, infatti, ha ricordato come la Germania, nel corso della scorsa stagione fredda, abbia consumato quasi 60 miliardi metri cubi di gas e, ad oggi, i livelli delle scorte sono pari all’84 per cento degli stoccaggi e a 18 miliardi di metri cubi.

Ciò vuol dire che, per ora, la Germania riuscirebbe a garantire solamente due mesi di consumo, su un totale di sei freddi, lasciando i cittadini tedeschi senza gas per i restanti quattro. A ciò, si aggiunge anche lo stop russo ai lavori di manutenzione a Nord Stream 1, causa – secondo quanto riferito dal Cremlino – le sanzioni dell’Occidente. Insomma, un vero e proprio inverno ghiacciato, anche per la principale potenza europea.

Matteo Milanesi, 2 settembre 2022