Evidenziare il carattere divisivo della commemorazione ad usum Delphini non significa cedere ad un’anacronistica apologia di fascismo ma esercitare una “resistenza” etica che non si lascia attrarre dal mulinello del travisamento e della distorsione storica. L’Italia non si è liberata con l’autonomia delle sue forze e il merito dell’emancipazione non può essere ricondotto alle forze comuniste.
Per sentirci tutti figli del 25 aprile la verità storica andrebbe onorata nella sua integrità, mentre il panegirico selettivo delle vicende introduttive della democrazia è espressione dell’egolatria storica di un relitto ideologico. La libertà è un bene che appartiene a tutti, ma questo 25 Aprile ci ricorda che qualcuno è più libero di altri.
Andrea Amata, 25 aprile 2020