Ma come funziona la testa di coloro che vedono nello Stato la soluzione di ogni problema, dall’economia al clima? Così: ritengono che lo Stato sia utile e buono fino a quando loro sono al potere e che diventi dannoso e malvagio quando al potere ci sono gli altri. La lotta politica italiana diventa in tal modo una battaglia perenne tra bande che hanno per scopo la conquista del potere per renderlo illimitato e darlo sulla testa degli altri. Accade così che, a causa di questa diffusissima cultura illiberale di fondo, non sia il potere a corrompere i partiti, l’ordine giudiziario e gli stessi italiani ma, all’inverso, son proprio i partiti, la magistratura e gli stessi italiani a corrompere il potere nel quale vedono inutilmente e paganamente la salvezza.
La cultura politica italiana prevalente è quella dell’individualismo statalista o del fasciocomunismo. Gli attuali governanti, che in ogni stormir di fronda vedono un pericoloso fascista, sono dei fasciocomunisti. Non me ne voglia il mio amico Antonio Pennacchi se, dal titolo del suo bel romanzo autobiografico, gli rubo la definizione. Ma tant’è, non si potrebbe dir meglio.
Giancristiano Desiderio, 27 dicembre 2019