Cronaca

I funerali di Stato

I funerali di Stato di Giorgio Napolitano. Letta: “Lassù si chiarirà con Berlusconi”

Da Palazzo Montecitorio le esequie dell’ex presidente della Repubblica. Il ricordo del figlio, le lacrime della nipote

Live Aggiornato
2023-09-26T13:33:00+02:00

L'intervento di Amato, Gentiloni e Ravasi

Dopo il sentito intervento di Gianni Letta, intervengono Giuliano Amato, Paolo Gentiloni e il cardinale Ravasi.

2023-09-26T12:39:36+02:00

Gianni Letta: "Ruolo di Napolitano non notarile, ma senza andare oltre i limiti"

Dopo Anna Finocchiaro, interviene anche Gianni Letta. “Quando scompare una personalità come Napolitano la perdita è di tutti. E tutti ci inchiniamo riverenti alla memoria di un uomo che ha amato l’Italia”, ha detto. “Di fronte ad un lutto che definirei repubblicano non ci sono divergenze” e vengono annullate “le distinzioni cultuali e politiche” tra le forze politiche. L’ex presidente “amava la lotta politica, l’altissimo senso delle istituzioni ha sempre guidato la sua politica. Per Napolitano le istituzioni venivano prima delle appartenenze politiche”.

Il primo ricordo risale al 1994, in occasione della fiducia al primo governo Berlusconi. Quel giorno Napolitano disse che “prima delle appartenenze politiche e che il confronto fra tesi diverse dovrebbe risolversi sempre in un confronto non distruttivo fra maggioranza e opposizione”. Parole che “indussero l’allora presidente del Consiglio ad alzarsi da questi banchi e a scendere per andare a stringere la mano al capogruppo del maggiore partito di opposizione”: “Non ho dimenticato quella stretta di mano, orgoglioso di esserne stato con Giuliano Ferrara testimone diretto. Anche perché – ha osservato Letta – sembrò segnare la nascita di un bipolarismo mite, garbato nei toni e costruttivo negli intenti. Un bipolarismo europeo che la storia degli anni successivi ha purtroppo tante volte messo in discussione, ma nel quale il presidente Napolitano forse non ha mai rinunciato a sperare”.

Letta ha parlato ovviamente del rapporto tra Silvio Berlusconi e Napolitano negli anni a seguire: “Non vennero mai meno la volontà e la forza di mantenere il rapporto nei binari della correttezza istituzionale e così fu, lo posso dire in coscienza perché ne sono personalmente testimone: questo consentì di affrontare ogni questione – anche le più difficili -, di comporre le divergenze e di superare anche le difficoltà e le incomprensioni che pure ci furono e che, in certi momenti, sembravano insuperabili”. Erano due persone “così lontane, due storie distanti, due mondi opposti, due figure diverse, chiamate a condividere i massimi incarichi dello Stato. Poteva essere difficile quella convivenza e non fu sempre facile, non mancarono i momenti di tensione, anche forti”. Tuttavia, Letta assicura che “mai in Giorgio Napolitano è venuto meno in lui l’altissimo senso delle istituzioni, che lo ha sempre guidato nel suo impegno politico, specie nelle fasi più difficili per lui, ovvero i governi Berlusconi”.

Sulle polemiche per una interpretazione del ruolo di presidente della Repubblica che tante polemiche ha suscitato, Letta ha detto che “certamente Giorgio Napolitano non intese mai il ruolo di presidente della Repubblica in modo notarile, ma non venne mai meno al rigoroso rispetto delle forme e dei limiti fissati dalla Costituzione”.

Alla conclusione del suo discorso, l’ex sottosegretario dei governi Berlusconi, evoca la chiusura di un periodo “tormentato e complesso” di questa storia. “Dopo Berlusconi, Napolitano a tre mesi uno dall’altro. Mi piace immaginare che incontrandosi lassù possano dirsi quello che non si dissero quaggiù. E, placata ogni polemica, possano chiarirsi e ritrovarsi nella luce”.

2023-09-26T12:36:46+02:00

Il discorso di Anna Finocchiaro

“Giorgio Napolitano ha passione per la letteratura, l’arte il cinema, il teatro e frequenta Raffaele La Capria, Francesco Rosi, Giuseppe Patroni Griffi e altri, studenti antifascisti, con i quali si ritrova a discutere ed a leggere il Manifesto di Karl Marx”, lo ricorda così Anna Finocchiaro a Montecitorio. “Si iscrive al Pci nel dicembre del ’45 e spiegherà di averlo fatto ‘per impulso morale, piuttosto che per motivazioni ideologiche’, che erano ancora confuse e imprecise e sulla scorta di due ragioni: il Pci è il partito che più ha combattuto il fascismo; il Pci si mescola al popolo. Proprio così dice. Due ragioni piane, e profonde. Furono Amendola innanzitutto, Cacciapuoti, Sereni i suoi riferimenti di quegli anni, e Gerardo Chiaromonte, cui resterà legato da amicizia ‘la più importante, la più intensà della vita”. Funzionario di partito prima, deputato poi, infine presidente della Camera e della Repubblica per due volte:  “La sua collocazione e il suo ruolo dirigente nel Pci, in quella storia lunga, complessa e talvolta contraddittoria di quel partito, che è stato il mio, può riassumersi col titolo della autobiografia politica: dal Pci al socialismo europeo – ha detto Finocchiaro – In essa ritroviamo il senso politico dell’appartenenza all’area riformista, la continua tensione alla ricomposizione di legami e interlocuzione col partito socialista e con le socialdemocrazie europee, l’individuazione dell’Europa come ‘seconda patria’”.

2023-09-26T12:20:15+02:00

Il figlio Giulio: "In un disegno nel 1976..."

“In un disegno fatto alle elementari nel lontano 1976 lo ritrassi orgogliosamente con la scritta ‘Mio papà è deputato al Parlamentò e lui seduto davanti a una scrivania, così per 50 anni l’ho visto in quella posizione leggere, studiare, scrivere appunti e discorsi anche quando era al Quirinale”. L’ha detto Giulio Napolitano, figlio del presidente emerito della Repubblica.  “Non ricordo un solo giorno che non sia stato di lavoro. La politica era per lui era una cosa seria. Richiedeva decisioni e assunzione di responsabilità, non sopportava la demagogia. La politica era inscindibile dalla vita quotidiana, la politica era il nostro orizzonte. Ciò non gli impediva di essere un marito e padre affettuosissimo”. Poi quello che sembra il riferimento a Budapest invasa dai carri armati sovietici: “Ha combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate”.

Inoltre, il figlio Giulio ha aggiunto:  “Per mio padre la politica era, come per molti di quella eccezionale generazione, una cosa seria, richiedeva analisi, ascolto, discussione, decisione, assunzione di responsabilità. Non sopportava la demagogia, lo spirito di fazione, la riduzione del confronto politico ad urlo ed invettiva. La politica era inscindibile dalla vita privata e familiare, era il nostro orizzonte quotidiano”.

Poi la conclusione: Napolitano “ha sempre sperato e agito per un rinnovamento della politica e delle istituzioni e ha accettato il prolungamento estremo della sua presidenza fino a quando ha potuto tornare a esercitare con rigore e scrupolo la sua attività di senatore, mostrando fino alla fine la nobiltà della politica e del servizio alla Repubblica. Ne preserveremo il ricordo”.

2023-09-26T12:12:27+02:00

La Russa: "Un protagonista della Repubblica"

“Oggi rendiamo l’ultimo saluto a un protagonista della nostra storia repubblicana quale è stato il Presidente Emerito Giorgio Napolitano. Entrato in Parlamento il 25 giugno del 1953, ha ricoperto tutti i più prestigiosi ruoli istituzionali della nostra Italia. In questi giorni sono state numerose le autorità, a partire dal Presidente Mattarella, che si sono recate alla camera ardente allestita in Senato, così come sono stati tantissimi gli italiani che hanno voluto dedicargli un ultimo saluto. Ho personalmente potuto registrare un segno tangibile di affetto e ammirazione, reso ancora più solenne dalla storica visita di Papa Francesco – che ringrazio – e che non ha precedenti in Senato”. Lo ha detto Ignazio La Russa, presidente del Senato, al funerale di Giorgio Napolitano. “Il Presidente Napolitano ha sempre rivendicato con orgoglio la propria storia politica, le proprie radici, i valori in cui ha creduto. Come ho ricordato in Aula, in occasione dei suoi 70 anni di attività parlamentare, Giorgio Napolitano è stato testimone di una cultura che si fa politica e di una cultura politica che si fa istituzione”.

2023-09-26T12:11:23+02:00

Fontana: "Aveva realismo politico"

“Con Napolitano scompare una delle figure più rilevanti della storia della Repubblica. Napolitano sapeva unire lo slancio ideale al realismo politico. Ha guidato il Paese in uno dei momenti più complessi. Con a sua morte scompare una figura di altissima levatura politica”, lo ha detto Lorenzo Fontana nel suo discorso al funerale laico di Napolitano.

2023-09-26T11:49:14+02:00

Onori militari a Napolitano

Il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato onorato con riti militari e l’esecuzione dell’inno nazionale in piazza Montecitorio. La cerimonia è stata seguita da vicino dai familiari del defunto, tra cui la moglie Clio. Dopo le cerimonie in piazza, il corpo di Napolitano è stato trasferito nella sala dei ministri, alla Camera. Questo rappresenta l’ultimo passaggio prima dei funerali di Stato laici.

2023-09-26T08:51:54+02:00

Napolitano tumulato nel cimitero acattolico di Roma

Dopo i funerali di Stato, che potranno essere seguiti da piazza Montecitorio o da piazza Capranica grazie a due maxischermi, si dividono in due momenti: uno all’esterno del Palazzo e il resto all’interno. Da palazzo Madama, il feretro attraverserà le strade di Roma per raggiungere la Camera dei Deputati scortato dai Corazzieri.

Napolitano, alla fine delle esequie, sarà tumulato nel cimitero acattolico di Roma.

2023-09-26T07:27:00+02:00

Chi sono gli oratori

Il programma è già stato definito e scelto con cura dalla famiglia.

Ecco l’elenco degli oratori:

  • il presidente del Senato Ignazio la Russa
  • il presidente della Camera Lorenzo Fontana
  • Giuliano Amato
  • il commissario europeo Paolo Gentiloni
  • Gianni Letta
  • l’ex parlamentare Anna Finocchiaro
  • il cardinale Gianfranco Ravasi

A intervenire anche il figlio di Napolitano Giulio e la venticinquenne nipote Sofia, figlia di Giovanni, l’altro figlio dello scomparso.

2023-09-26T08:00:00+02:00

La cerimonia laica

Come richiesto da Giorgio Napolitano, i funerali di Stato non prevedono una messa ma saranno un rito laico nell’Aula di Montecitorio. Presenti anche Emmanuel Macron e il presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier. Si prevede che la cerimonia duri un’ora e mezzo.