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I giudici decidono pure sul fine vita dei bambini - Seconda parte

Oggi invece assistiamo a un doppio movimento che inquieta e che non esiterei a definire antivitale: da una parte, ci si preoccupa di sentenziare e definire a priori fino a quanto e in che misura la vita sia “degna” di essere vissuta; dall’altra si tende di annullare il primato ontologico della vita umana in un piatto naturalismo materialistico che è figlio della mentalità illuministica. Non meraviglia allora che si tenda di sovvertire addirittura la logica che presiede alle cose umane: ci si preoccupa non di preservare la vita, ma di dare la morte. Non di alleviare il dolore e scoprire nuove tecniche di guarigione, ma di mettere la fine ad una vita innocente con il sigillo della legge e il timbro dello Stato.

Corrado Ocone, 8 febbraio 2020

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