Ogni volta che vedo i giovani protestare, sfilare e urlare slogan idioti che farebbero arrossire anche l’ultimo comunista della storia mi vengono in mente le sante parole di Goethe: “I giovani sono insopportabili e se li sopportiamo è solo perché ci ricordiamo di essere stati anche noi giovani”. È vero e, tuttavia, ricordo benissimo che io da ragazzo cazzate come quelle di Greta ed i suoi seguaci non le ho mai dette. Avrò detto certamente altre scemenze ma non quelle sull’esistenza di un mondo perfetto fatto a misura d’uomo e di giovani viziati. Ecco perché l’integrazione che Benedetto Croce faceva della frase del grande poeta tedesco è da manuale: “I giovani devono imparare a non dar fastidio e devono diventare adulti il più presto possibile”. Purtroppo, è più facile a dirsi che a farsi perché oggi si sa quando l’adolescenza inizia ma non si sa quando finisce e così ci ritroviamo con uomini anziani e donne mature che credono di essere l’incarnazione del fanciullino di Giovanni Pascoli.
Qual è il difetto costitutivo dei giovani? Sono privi di esperienza ma pretendono di giudicare il mondo non solo come se lo conoscessero ma anche come se ne fossero i padroni. Cosa che fa sbellicare gli dèi. Questo mondo è brutto, sporco e cattivo e loro lo vogliono bello, pulito e buono. Madonna, una noia senza fine e un moralismo così pedante che ucciderebbe un elefante. Il mondo, amava dire Giordano Bruno, è fatto di pazzi e di savi e se tutti fossero pazzi o tutti fossero savi non sarebbe il luogo interessante che è che sta bene così com’è proprio perché è tempestoso e pericoloso e nei pericoli ognuno deve attenersi al suo dovere. L’idea di voler cambiare il mondo è sempre stata una fissazione dei cretini che con la scusa di renderlo migliore lo hanno reso peggiore e hanno fregato la povera gente. Ma fino a quando si tratta del mondo umano, beh, qualcosa si può forse ancora fare. Ma i ragazzi di oggi – come cantava quella lagna di Luis Miguel – non si accontentano della natura umana e pretendono di cambiare anche la natura della natura come se ne avessero scoperto nientemeno che la pietra filosofale.
Purtroppo, non esistono più i cretini di una volta. Oggi ci sono i gretini. La differenza sta nel fatto che i cretini tutto sommato erano meno presuntuosi: i sessantottini ritenevano d’essere dei padreterni in terra e volevano l’uomo nuovo fatto a loro immagine e somiglianza. Quando i sessantottini, durante il maggio francese, sfilarono per le vie di Parigi, Emil Cioran si affacciò dalla finestrella del sottotetto dove sopravviveva e gridò profetico: “Finirete tutti a fare i notai”.
I gretini sono boriosi e saccenti e credono d’essere direttamente il padreterno e s’intestano il potere di creare una nuova natura immutabile, senza cambiamenti, senza catastrofi, senza caldo e senza freddo. Insomma, il classico paradiso terrestre della santa religione e della sacra pubblicità che rende Vasco Rossi di Vita spericolata – “voglio una vita come Steve McQueen” – una specie di Zarathustra di Zocca.
Alla base di ogni paradiso vi è un ideale edonistico. L’idea che il mondo sarebbe un luogo così bello e piacevole se non ci fosse qualcosa – la natura matrigna, la morte, il male – che ogni tanto va storto e ci impedisce di spassarcela tutti i giorni come vorremmo mangiando i frutti a portata di mano sugli alberi rigogliosi e felici. Ma, ecco l’idea geniale: il male si può eliminare perché è il frutto di alcuni cattivoni che ci rovinano la vita piacevole: il Capitalismo (sempre lui), gli Americani (sempre cattivi), le Industrie (sempre inquinanti). Basta eliminare queste cose e il mondo ritornerà ad essere come per magia, ma questa volta addirittura su base scientifica, il paradiso terrestre che è sempre stato o, se più vi piace, la bellissima isola dei beati dove nei fiumi scorrono il miele e il latte e la gazzella va a spasso con il leone.
L’idea dei gretini è vecchia come il cucco ma ad ogni passaggio generazionale rispunta: noi sappiamo ciò che voi non sapete e abbiamo capito ciò che voi non capite e questo sapere ci rende buoni e superiori e ciò che vogliamo, superare i conflitti, il male, la libertà, è per il bene dell’umanità. Il fanatico convincimento d’aver capito come si elimina il male è la porta d’ingresso dell’inferno.
Ci vuole pazienza, molta pazienza.
Giancristiano Desiderio, 24 settembre 2019