I gretini: o sono bugiardi o sono assassini

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Il riscaldamento globale (RG) è la realizzazione del sogno degli ambientalisti (che da ora in poi chiamerò sempre e solo Gretini): esercitare il controllo totale sulla società e sui comportamenti individuali. Il Gretinismo ha servito per decenni come migliore scusa per il controllo delle azioni dei singoli individui, ricattandoli con avvertimenti del tipo: fa’ questo per la salvezza dei tuoi figli o, se non ne hai, per la salvezza delle foche. Ma col RG è tutta un’altra forza: fallo per la salvezza dell’intero pianeta, ché il tuo comportamento a Stoccolma, sostiene la piccola Greta, ha conseguenze a Gitega, nel Burundi. Lo spettro del RG ha il beneficio aggiuntivo di consentire di superare l’irritante ostacolo delle sovranità nazionali, dispregiativamente liquidate come sovranismi.

Il problema del RG è così gigantesco che, in realtà, nessuna soluzione è sufficiente a risolverlo, e qualunque cosa si faccia non sarà mai abbastanza. Rammentate il protocollo di Kyoto che entrò in vigore nel 2003, ci fece dissanguare economicamente, ma al risultato che si prefiggeva non ci si avvicinò d’uno iota? Era «solo un primo passo». Ma perché la CO2? Perché controllare la CO2 significa controllare gli usi dell’energia, e ciò significa controllare tutti noi, la nostra economia, i nostri stili di vita: ove ha fallito il comunismo, ci stanno provando col Gretinismo. Il che non è esente da una tragica ironia: i peggiori disastri ecologici sono stati quelli perpetrati nei paesi del blocco sovietico e lo sono ancora oggi nella comunista Cina.

I Gretini vorrebbero convincerci che più alto è il nostro benessere, maggiore è il danno che facciamo all’ambiente, in generale, e al clima, in particolare. Naturalmente, i costi da sopportare per fare come essi dicono di fare saranno sempre a carico di “altri”, i cattivi: le multinazionali e i ricchi, europei e americani. Il concetto l’ha messo nero su bianco anche Francesco, nella sua Laudato si’. Il nemico dei Gretini, allora, è la ricchezza, il benessere, il divario tra chi è ricco e chi è povero: il ricco deve sentirsi in colpa, e deve diventare povero. Il sospetto che, forse, un nemico più appropriato dovrebbe essere la povertà non li sfiora nemmeno. Ma sono Gretini.

Allo scopo malcelato di diminuire questo odioso benessere, la parola d’ordine è diminuire i consumi delle risorse energetiche del pianeta. Per lasciarle – dicono i Gretini – anche alle generazioni future. Peccato che col petrolio che finisce, poniamo, fra 50 anni, il gas fra 100 e il carbone fra 300, risparmiarne un fantastico 10% (l’equivalente di improponibili 4 protocolli di Kyoto) significa farli finire fra 55, 110 e 330 anni, rispettivamente, con buona pace delle generazioni future. E con buona pace anche dei timori dei cambiamenti climatici che rimarrebbero tutti, visto che qualunque catastrofe sia prevista accadere fra 100 anni accadrebbe inesorabilmente 10 anni dopo. Ma l’aritmetica, si sa, non è mai stata il forte dei Gretini del mondo. Forse le lezioni d’aritmetica erano previste di venerdì.

Allora, se si vogliono gratificare le generazioni future, la vostra parola d’ordine, cari Gretini, dovrebbe essere non “diminuire” ma “immediatamente interrompere, senza se e senza ma” i consumi delle risorse energetiche del pianeta. E, se si vuole evitare che il clima impazzisca, anche le generazioni future dovrebbero astenersi dal servirsi di quelle che, a questo punto, “risorse” non possono più chiamarsi: la logica Gretina, insomma, privando dello stato di “risorsa” l’oggetto delle loro attenzioni, toglierebbe a costoro il loro potere venefico.

E siccome i Gretini non sono cretini, hanno capito che il veleno devono somministrarlo a dosi controllate. Somministrata – e digerita – la prima dose politicamente accettabile di veleno, si passa alla seconda. A questo proposito, la campagna sul clima è insidiosissima: si comincia col vendere l’imminente pericolo e la necessità di agire, quindi si prospettano azioni successive, tutte costosissime e naturalmente inutili (ricordatevi che l’unica soluzione utile sarebbe il fermo totale). Quando la loro inutilità sarà evidente, si dirà che non è abbastanza, e che quello precedente era solo un piccolo passo. E via di questo passo. In ogni momento la parola d’ordine è – fateci caso – “agire subito”.

Che il clima non c’entri in tutto ciò è evidente, se si hanno occhi per vedere quanto nudo è il Re: appena 50 anni fa ci dicevano che, per colpa nostra, il pianeta si stava raffreddando, oggi ci dicono che, sempre per colpa nostra, si sta riscaldando, ma le azioni che suggeriscono siano intraprese sono, oggi, le stesse di allora. Ciò che aspirano controllare, allora, non è il clima, ma gli uomini: me, voi, tutti noi. Devono dire ai contadini quali vegetali possono coltivare e quali no, ai pescatori quali pesci pescare e quali no, a tutti noi di cosa dobbiamo e possiamo nutrirci e dissetarci, quanto grande può essere la nostra automobile e quali giorni della settimana possiamo guidarla, quanto grande può essere la nostra casa e quanto possiamo illuminarla. E se non facciamo come dicono loro siamo peccatori o, comunque, non siamo buoni cittadini e dobbiamo sentirci in colpa. Ora che hanno capito cosa c’è alla radice del nostro benessere (che è il loro vero e non dichiarato nemico) – la disponibilità di energia abbondante ed economica – soddisferanno la loro sete di potere su di noi controllando l’uso che facciamo dell’energia: ce la razionano, ci invitano a non usarla, fanno di tutto per renderla costosa. In nome della salvezza del pianeta dalla catastrofe, naturalmente.

Una domanda legittima è perché insistono, davanti alla prospettiva della catastrofe, a proporre misure irrilevanti – come fecero quando proposero il protocollo di Kyoto – che avrebbero l’effetto di ridurre le temperature medie globali di un centesimo di grado in 100 anni. Se il RG è, come dicono, «la più grave e imminente minaccia con cui l’umanità si sta confrontando» (quindi più grave delle guerre, della povertà, delle epidemie), come possono proporre tale irrisoria misura? La risposta è che se proponessero l’unica azione sensata da intraprendere nel caso in cui quella minaccia fosse reale – cioè interrompere immediatamente e del 100% le emissioni di gas-serra – ne conseguirebbe immediatamente la necessità di un serio dibattito scientifico sulla realtà di quella minaccia e sulla efficacia di quelle misure.

Ma un serio dibattito scientifico è l’ultima cosa che i Gretini vogliono. I quali, se credessero veramente in ciò che dicono di credere, le loro proposte tipo protocollo di Kyoto (o di qualunque cosa diversa dalla riduzione immediata e del 100% delle emissioni) sono allora proposte indecenti, come somministrare zigulì ad un ammalato di tumore: o costoro sono allo stesso livello degli assassini oppure, più probabilmente, non credono essi stessi alla catastrofe che annunciano e sono solo degli sfacciati bugiardi. Bugiardi o assassini, tertium non datur.

Franco Battaglia, 18 aprile 2019

 

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