Articoli

I grillini a Roma: personaggi minimi, disastri massimi

Articoli

Roberta Della Casa è un emblema dell’arroganza grillina: ex Presidente a Roma del 4° municipio, detiene il record di essere stata sfiduciata dal 100% dei Consiglieri in base ad una mozione presentata dalla sua stessa maggioranza. Ma ancor peggio è l’epilogo di questa storia con il suo reinsediamento, voluto dalla sua amica Raggi, come collaboratrice del Sindaco e commissario dello stesso Municipio a titolo gratuito. Il tutto mentre la Presidente, sempre grillina, del 7° municipio Monica Lozzi gridava al “bullismo istituzionale”.

Insomma un pasticcio condito di arroganza e prepotenza tra primedonne grilline che, ignorando sistematicamente non solo la volontà degli elettori ma anche quella degli eletti, giustifica il tutto con la salvifica gratuità della prestazione: non è importante non essere in grado di svolgere un ruolo, è importante dimostrare di non guadagnare 1000 euro al mese. Questo è il sublime risultato raggiunto dall’onestà in politica.

L’episodio citato mi permette, ignorando i soliti Di Maio o Bonafede, di mostrarvi attraverso alcuni personaggi minimi del grillismo romano come questa arroganza non sia il frutto di un caso o della disaffezione dalla politica, ma di una strategia che, grazie a una destra incapace di evolversi e ad una sinistra debole e subalterna, è riuscita a prevalere.

Ma veniamo a noi. Il 3 marzo del 2013 sul blog di Beppe Grillo appare un post premonitore molto sottovalutato, il titolo era “circonvenzione di elettore”: il comico, non ancora Elevato, contestava l’Art. 67 della Costituzione, ovvero il vincolo di mandato, argomentando con la consueta eleganza che grazie a quello una volta eletti i parlamentari potevano fare “il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno… godendo di una libertà preventiva di menzogna”. Ma la storia è birichina e a forza di Sì Tav, Si Tap, mai con la Lega, mai col Pd, mandato zero, niente rendicontazioni, forse chi ha fatto “il cazzo che gli pareva” dopo aver illuso i suoi elettori, godendo di una vasta libertà preventiva di menzogna è stato proprio il grillismo militante e la sua straordinaria e improvvisata classe dirigente.

Ed è questa efficace immagine del “fare il cazzo che ti pare” che ci permette di tornare ai Municipi Romani dove troviamo numerosi artisti della menzogna e ferventi teorici di quel principio. La materia umana è abbondante, e le telefonate per trovarli sono state esilaranti, ma alla fine ho selezionato poche perle raccontabili ancora non tutte finite in cronaca.

Cominciamo da Ciampino, Appia, Quadraro ex zona rossa. Li i 5s hanno avuto uno dei più grandi successi e la Raggi uno dei più grandi insuccessi avendo fatto eleggere quella che ormai è la sua nemica N°1, la tosta Monica lozzi. Dei 15 eletti grillini buona parte risultava disoccupata al momento della elezione e per molti di loro quella di consigliere è ancora oggi l’unica occupazione. Le ricche prebende, che permettono un reddito massimo di circa 700€ al mese per la bella cifra di 8400€ l’anno, per alcuni sono una manna.

Emblematico Marco Candigliota, oggi 44enne, si presenta nel 2016 con queste parole: “Imprenditore, svolgo attività autonoma da 15 anni nel campo della sanità…” e nella dichiarazione del 2016 presenta redditi per 2500 euro che quadruplicano arrivando nel 2018 a ben 10.284 euro. Questa meritata solidità finanziaria è raggiunta non certo grazie all’imperituro impegno nella sanità, e tantomeno alla sua esperienza di cantante folk dal look coatto e oggi di volto dei “the sugar blues”, che poche soddisfazioni economiche concedono, ma grazie all’impegno in politica, dove ha scoperto i più remunerativi istinti del peggior Savonarola, con infuocati interventi in Consiglio culminati insultando e forse malmenando alcuni rappresentanti di associazioni locali, con conseguente sospensione dai 5s.

Fantastici Massimiliano Quaresima e Fabrizio Tassini. Il primo, affermato fisioterapista, oggi fuoriuscito dai 5s del 12° Municipio considerati troppo teneri sulla pericolosità dei vaccini e del 5G, in una seduta pubblica ha definito sua madre una terrorista (suppongo biologica) in quanto medico e per questo incline a vaccinarlo e curarlo con amore e dedizione. Il secondo, anche lui fisioterapista ma abbronzato, vivendo a Tenerife per laurearsi, per tre anni si è presentato in consiglio una seduta ogni 10 solo per evitare di decadere e perdere il modesto stipendio.

Spostandoci a Montesacro ci imbattiamo nel fantastico Pasquale Cicala, pensionato dall’eloquio forbito e sgrammaticato, capace di confondere i tavoli della sicurezza pubblica con tavoli da falegnameria in un esilarante quanto incomprensibile video che ancora si trova in rete. Grande interprete che, dopo aver insultato una sua compagna passata all’opposizione, sputò per terra in Consiglio in segno di massimo disprezzo.

Sempre a Montesacro si impegna Daniela Michelangeli, indicata dalla fazione del 5s poi diventata sua nemica come la Carnicera o la Macellara. Ex presidente della commissione servizi sociali e famosa per i suoi interventi nonsense, nel corso di un consiglio infervorata dall’orazione attaccò “con questa mozione di sfiducia vi ci potete pulire il culo…”. La mozione passò. Paladina della trasparenza, portò lo streaming in consiglio, salvo poi minacciare diffide per chi avesse pubblicato i video dei suo fantastici interventi in Commissione.

O l’insignificante assessore al personale e sicurezza Giovanna Tadonio, sempre a Montesacro, moglie di De Vito Presidente del Consiglio Comunale, con un passaggio in galera a causa di dissidi tra grillini. Uno degli innumerevoli parenti ed amici sistemati.

O l’indimenticabile Assessore all’Ambiente Mimmo D’Orazio, storico presidente del comitato di quartiere Serpentara e noto fustigatore di amministratori locali, che una volta diventato assessore dedicava la giornata a pubblicare foto di cassonetti di immondizia per farli pulire, con l’Ama alla rincorsa dei suoi WhatsApp. Tutto questo mentre una ditta, che stava ampliando un vicino mercato, svolgeva lavori abusivi mai appaltati al Parco delle Magnolie senza che l’Assessore si accorgesse di nulla…

Insomma tutto questo per dire che il grillismo minimo non è diverso e non è meno pericoloso di quello governativo. Il grillismo militante è un metodo cinico di occupazione del potere, del quale è facile ridere ma altrettanto inutile.

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva