Guerra in Medio Oriente

I jihadisti e la guerra psicologica: diffuso il video di due ostaggi

Le brigate al-Quds pubblicano il filmato di una signora anziana e di un ragazzo tenuti in ostaggio a Gaza. Sarebbero pronti a liberarli

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Ostaggi Hamas

La guerra psicologica è iniziata diversi giorni fa. È la propaganda di guerra. Prima i filmati delle tre donne che accusavano Benjamin Netanyahu di volere la loro morte e di non averle difese. Poi la liberazione di due signore, una delle quali dà la mano al suo sequestratore. E adesso l’ennesimo video: si tratta di due ostaggi israeliani, una donna in sedia a rotelle e un giovane. Le brigate al-Quds sarebbero disponibili a rilasciarli per motivi umanitari e medici. Ma non subito.

I jihadisti, infatti, hanno chiesto a Israele di soddisfare “le condizioni adeguate sul terreno e in termini di sicurezza”. La donna si chiama Hanna Katzir. Il giovane è Yagil Yaacov che soffre di un’allergia alle arachidi che può essere letale. Nel video la donna sembra leggere un copione che le è stato messo davanti e, come già successo, anche in questo caso l’attacco è tutto diretto al premier israeliano. “Credo che la persona responsabile dei tumultie del fatto che le persone si stiano combattendo, il che è male per noia, sia Bibi Netanyahu”, dice Hanna Katzir. “Distrugge qualunque cosa buona, fa male alle persone ed è colpa sua se tutti quei bambini sono morti. Ha commesso tanti errori e sta danneggiando la nostra società e anche le altre. Credo sia il responsabile per ciò che sta accadendo in Israele e nel mondo”. E ancora: “I combattenti della Jihad hanno fatto di tutto per mantenerci in salute, tutti si sono comportati bene e ci hanno trattati con gentilezza”.

Sulla stessa linea anche il video del giovane Yagil Yaacov. “Tutto questo è incredibile. Queste esplosioni sono semplicemente una pazzia. Stai uccidendo dei bambini e anche persone anziane – dice – Lascia stare i palestinesi. Se mi succederà qualcosa, peserà sulla tua coscienza”. Anche il ragazzo infine ringrazia i “combattenti della Jihad che mi stanno tenendo al sicuro e mi danno cibo, acqua e medicine. Lavorano duramente per tenerci tutti al sicuro”.

Guerra psicologica, dicevamo. Che in qualche modo fa breccia in Israele: da giorni infatti i familiari dei prigionieri protestano in piazza per chiedere al governo di fare qualcosa. Intorno alle 20, inoltre, una decina di persone, tra cui alcuni parenti degli ostaggi, hanno abbattuto le barriere che proteggono la residenza di Netanyahu e si sono avvicinate all’ingresso tentando di fare irruzione nella villa dove vive il premier.

Oggi però il presidente Isaac Herzog ha fatto sapere che al momento non c’è alcuna proposta seria sul tavolo per il rilascio degli ostaggi in cambio di pause dal conflitto. Secondo alcune indiscrezioni, oggi i vertici della Cia e del Mossad avrebbero incontrato a Doha il primo ministro del Qatar che qualche ora prima aveva incontrato i leader di Hamas. Si tratta per la liberazione, ma al momento senza successo. “Non c’è una vera proposta praticabile da parte di Hamas su questo tema”, ha detto Herzog a Nbc News. “Mentre ci sono molte persone che sono terze parti che stanno inviando messaggi ottimistici ai notiziari, io dico apertamente: in base alle mie conoscenze, fino ad ora, non c’è nessuna informazione sostanziale che mostri un’offerta reale di una trattativa sul tavolo”. Anche Netanyahu ha dichiarato chiaramente che non ci sarà cessate il fuoco finché non verranno rilasciati gli ostaggi. L’unica “pausa” che Israele è pronta a concedere è quella di 4 ore per aprire due corridoi umanitari e permettere alle persone di Gaza Nord di spostarsi a Sud, come peraltro già successo ieri e anche oggi.

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