Commenti all'articolo I Kalasha, la tribù che vive col sorriso e senza paura
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4 Commenti
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Orlo
11 Giugno 2019, 14:38 14:38
Belle foto e un’articolo ben scritto. Infarcito di leggerezza,ma molto sferzante.
Mi ha colto al cuore la frase finale che rispecchia ciò che per il Croce era la libertà,e cioè un ricordo sempre vivido,anche se breve,nella mente dell’uomo che l’ha potuta assaporare. Questa è una nostra “radice culturale”,forse troppo data per scontata dal momento che la trattiamo come merce barattabile.
Nn poteva essere chiuso meglio codesto spaccato di Mondo vividamente raccontato. Con i sorrisi di persone libere da schematismi soffocanti. Un punto di aggregazione del nostro continente liberale potrebbe farsi carico di “adottare” senza interferenze le “isole di libertà” circondate dall’oscurantismo.
Si potrebbe rilanciare l’Europa sulle sue tematiche liberali per poterle riscoprire anche noi stessi.
Andrea Salvadore
10 Giugno 2019, 22:10 22:10
C’É molto da imparare dall’infelicitá che ´porta una religione basata sul timore di un dio che non esiste se non in una fantasia malata, palro delle religioni monoteiste´
Per capire un po la follia di noi occidentali mi rifaccio al nome che Zoroastro dette al primo essere originario del cosmo:” Tempo senza limiti.”. Cadiamo suito nell’esoterismo, nell’oscurantismo etafisico. Anche los indios animistas della mesoamerica che furono convertiti a forza erano piu felici che noi. Humboldt nel suo viaggio verso le origini dell’Orinoco, quando segue il btaccio Casiquiare che connette l’Orinoco al Rio Negro descrive le missioni cattoliche abbandonate dagli indios per la pura dei preti e del rapimento delle loro donne.
rocco
10 Giugno 2019, 21:41 21:41
“…ad aggiungere un po’ di geni macedoni”
Tutti e due (macedoni e kalasha) sono di origine indoeuropea, si sono mescolati gli stessi geni.
Belle foto e un’articolo ben scritto. Infarcito di leggerezza,ma molto sferzante.
Mi ha colto al cuore la frase finale che rispecchia ciò che per il Croce era la libertà,e cioè un ricordo sempre vivido,anche se breve,nella mente dell’uomo che l’ha potuta assaporare. Questa è una nostra “radice culturale”,forse troppo data per scontata dal momento che la trattiamo come merce barattabile.
Nn poteva essere chiuso meglio codesto spaccato di Mondo vividamente raccontato. Con i sorrisi di persone libere da schematismi soffocanti. Un punto di aggregazione del nostro continente liberale potrebbe farsi carico di “adottare” senza interferenze le “isole di libertà” circondate dall’oscurantismo.
Si potrebbe rilanciare l’Europa sulle sue tematiche liberali per poterle riscoprire anche noi stessi.
C’É molto da imparare dall’infelicitá che ´porta una religione basata sul timore di un dio che non esiste se non in una fantasia malata, palro delle religioni monoteiste´
Per capire un po la follia di noi occidentali mi rifaccio al nome che Zoroastro dette al primo essere originario del cosmo:” Tempo senza limiti.”. Cadiamo suito nell’esoterismo, nell’oscurantismo etafisico. Anche los indios animistas della mesoamerica che furono convertiti a forza erano piu felici che noi. Humboldt nel suo viaggio verso le origini dell’Orinoco, quando segue il btaccio Casiquiare che connette l’Orinoco al Rio Negro descrive le missioni cattoliche abbandonate dagli indios per la pura dei preti e del rapimento delle loro donne.
“…ad aggiungere un po’ di geni macedoni”
Tutti e due (macedoni e kalasha) sono di origine indoeuropea, si sono mescolati gli stessi geni.