I magistrati politicizzati mettono a rischio l’ordine sociale

Il giudice deve essere autonomo da qualsiasi valutazione di carattere politico e morale altrimenti cade la condizione preliminare della separazione dei poteri

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Suor Anna Alfieri giudici

In merito al ruolo della magistratura occorre rifarsi direttamente alla Costituzione che, all’articolo 104, afferma: “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”. Questo è il dato da cui partire. La separazione dei poteri, all’interno di uno Stato, è il presupposto del suo carattere democratico, così come gli Illuministi ci hanno insegnato. Chiaramente la magistratura ha un ruolo fondamentale: a lei spetta vigilare sul rispetto della Legge da parte dei cittadini, avendo come elemento di giudizio la legge stessa. La sua funzione è, dunque, quella di garanzia del diritto e di applicazione della legge.

Nell’esercizio del suo compito il magistrato deve essere autonomo da qualsiasi valutazione di carattere politico e morale. Sono convinta del fatto che dall’esercizio del potere giudiziario dipende la tenuta stessa dell’ordine sociale di uno Stato. Ricordiamo i processi ai terroristi o i maxi processi contro la mafia. In quelle occasioni è stato evidente il filo diretto che corre tra l’esercizio del potere giudiziario e la tenuta sociale dello Stato. L’indipendenza della magistratura è una condizione preliminare dello Stato di diritto e una garanzia fondamentale di un processo equo. I giudici sono incaricati della decisione finale sulla vita, le libertà, i diritti, i doveri e le proprietà dei cittadini (…). La loro indipendenza non è una prerogativa o un privilegio nell’interesse proprio, ma nell’interesse dello Stato di diritto e di coloro che cercano e si aspettano giustizia.

Quindi è chiaro che se tutto ciò è compromesso da ombre di dubbio di un giudizio morale o politico e quindi non indipendente è a rischio la tenuta sociale di un Paese fondato proprio sulla separazione dei poteri. La magistratura stessa è direttamente interessata a far sì che il proprio operato non sia inficiato dal sospetto di agire in modo non indipendente, pena la fiducia dei cittadini nella magistratura stessa. Nel clima generale di sfiducia nei riguardi delle Istituzioni anche la magistratura è coinvolta in questa messa in discussione. Occorre stare attenti.

Ecco perché invito tutta la magistratura ad essere prudente nelle proprie esternazioni e a non creare le occasioni che creino anche solo il lontano sospetto di sostenere una parte politica piuttosto che un’altra. Ne va dell’operato di tutta la magistratura e della tenuta sociale dell’intera collettività fondata sulla legge.

Suor Anna Monia Alfieri, 7 novembre 2024

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