Segnaliamo un magnifico pezzo, pubblicato oggi su La Verità, di Daniele Capezzone. Prendendo spunto da una stupefacente conclusione della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, il nostro ha inflitto un micidiale colpo di Ko ai talebani delle mascherine. In estrema sintesi, sul sito della citata Federazione, alla domanda delle cento pistole “le mascherine sono ancora utili contro il Covid-19” è stata fornita la seguente risposta: “Non lo sappiamo. Non sappiamo se proteggere il viso con una mascherina protegga dal contagio e, se si, in quale misura.”
Tuttavia, dopo aver citato una corposa ricerca realizzata dalla Pacific Northwest evidence-based practice center di Portland, negli Usa, in cui è emerso ancora una volta che non esiste uno straccio di studio accurato a sostegno di una tale, odioso obbligo, il sito in oggetto conclude in modo vergognosamente pilatesco: “In attesa di studi più credibili, il buon senso insegna che coprire la bocca e il naso è un buon modo per ridurre la trasmissione delle goccioline – ancor meglio se si circolasse con una tuta da palombaro, ci verrebbe da aggiungere-. E in effetti, se si ha la tosse, è una questione di buona educazione farlo, a prescindere dalle prove che possono essere scaturite da studi clinici. “
“Quindi – commenta sempre più indignato Capezzone – siamo addirittura allo Stato dispensatore di precetti di buona educazione, perché lo Stato etico non era già abbastanza autoritario, evidentemente.” Dopodiché, sullo stesso sito, arriva una conclusione a dir poco scoppiettante. Citando un precedente e piuttosto inconcludente seminario dell’Oms sul tema dell’influenza stagionale, nel quale si affrontò proprio il tema controverso delle mascherine, questa la sentenza finale della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri: “Ritenere inefficace un intervento a basso costo come indossare una mascherina perché non ci sono prove di efficacia dagli studi clinici non sembra un’idea brillante.”
“Dunque – rileva amaramente Capezzone -, c’è qualcuno che, nell’agosto del 2022, dopo i soldi dei contribuenti buttati dalla finestra per acquistare mascherine di tutti i tipi, e dopo il massacro delle nostre libertà individuali, ci dice che si è trattato di un intervento «a basso costo». Ed eccolo il “basso costo” – quello materiale, dato che i danni sul piano psicologico e sociale li vedremo nella loro enorme gravità solo nel tempo a venire – così come viene riportato a margine dell’articolo in oggetto, secondo quanto riportato dalla Società italiana di medicina ambientale: 46 miliardi di mascherine utilizzate in Italia da inizio pandemia, ovvero più di un terzo del totale di quelle utilizzate nel mondo intero, che ammontano a 129 miliardi. Un confronto stupefacente che conferma in modo plastico che l’Italia in breve tempo è diventata una rigidissima repubblica sanitaria da far impallidire qualunque regime totalitario passato o presente.
Una repubblica sanitaria il cui simbolo identificativo, al pari di una svastica o di una falce e martello, continua ed essere proprio la mascherina, che da inutile dispositivo di protezione individuale si è rapidamente trasformata in un vero e proprio strumento di controllo politico sulla società.
Claudio Romiti, 25 agosto 2022