E Mattarella, asserragliato anche lui nel suo fortino, terrorizzato dai prossimi veleni dell’“affaire Palamara”, manda tutti a votare, così riuscendo a ribadire che una crisi si può risolvere solo ridando voce agli elettori. Conte, capita l’antifona, pare che, “alle brutte”, si accontenterebbe anche di uno strapuntino alla Corte Costituzionale, in attesa di tempi migliori e visto che non riesce più a formare il suo partitino ora che tutti hanno scoperto il bluff. Chi si ferma è perduto.
Luigi Bisignani, Il Tempo 12 luglio 2020