Commenti all'articolo I nuovi intellò della sinistra

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Andrea
Andrea
14 Settembre 2020, 11:10 11:10

Molto bello leggere un fedele seguace del capitano che parla di ritegno dei comportamenti ( che so, sbaciucchiare rosari in pubblico a fini elettorali…) di senso del ridicolo e volgarissime incoerenze ( che so, blaterare “prima i campani” dopo aver insultato per anni i meridionali terroni e colerosi…) e, dulcis in fundo, di arrivare a far niente in Parlamento….
Certo, meglio inventarsi che, per aver retwittato un riferimento alla sub cultura fascista (non toccategli la cultura fascista a Del Papa, che si innervosisce subito) Ferragni è nientedimeno che il nuovo riferimento della sinistra, addirittura istituzionale e, visto che ci siamo, fare un un bel richiamino vigliacco alla somiglianza fra il marito e i delinquenti di Colleferro.

Werner
Werner
13 Settembre 2020, 20:05 20:05

Il razzismo non lo fomenta Salvini o la Meloni, ma il mondo sinistroide col suo esasperato immigrazionismo e difesa ad oltranza dell’immigrato anche quando delinque. Vergognosa la strumentalizzazione del grave episodio avvenuto a Colleferro dell’omicidio del giovane capoverdiano, in cui i soliti noti “de sinistra” gridano istericamente ad un “allarme razzismo” che non c’è. Semmai il vero problema del dramma di Colleferro è il bullismo, un problema che purtroppo nessuno a livello politico e istituzionale intende affrontare seriamente e come si deve. Se non ci pensa la politica ad andare in soccorso dei soggetti più deboli e indifesi della società dalle angherie subite dai prepotenti, chi ci dovrebbe pensare?

Mi spiace dover constatare come purtroppo l’omicidio di Colleferro, per il fatto che la vittima è un giovane immigrato abbia goduto di un’enorme esposizione mediatica, mentre invece del brutale assassinio del giovane italiano avvenuto in Umbria il mese scorso per mano di tre albanesi naturalizzati italiani, se ne siano occupate solo poche testate, in prevalenza locali.

Ghino di Tacco
Ghino di Tacco
13 Settembre 2020, 10:01 10:01

A Festival del Cinema di Venezia concluso, ovvero finita la passerella dei politically correct di tutto il planisfero terraqueo, il fenomeno ANTIFA- Favino si è pensato della Coppa Volpi. Ora se Favino fosse coerente con le sue “povere”idee dovrebbe ricordarsi, e con lui tutti gli ANTIFA- che sfilano a Venezia e anche la corte di fans che li accorrono, che il Festival fu inventato in pieno regime fascista da un certo Giuseppe Volpi, Conte di Misurata, esponente di spicco del Regime Mussoliniano: Da wikipedia si legge, e lo dico soprattutto a Favino e ai suoi rigurgiti ANTIFA-:

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Intanto la Coppa se l’e’ presa, e portata a casa nel suo salottino borghese di sinistra, ma dovrebbe anche studiare di più la Storia almeno per coerenza. E perche’ non ha rinunciato alla Coppa? Quale migliore occasione per rivendicare al Mondo intero quanto è antifascista? Ma da un guitto di partito che ti aspetti? Del resto tutti i sinistri cinofili e cinematografari, vi sbavano dietro al Festival di Venezia dal dopo guerra ad oggi, o no? Perche’ la Bodrini non propone con Fiano una legge per abolire il Festival di origine “fascista”? W l’Itaglia che raglia!

Andrea
Andrea
13 Settembre 2020, 9:19 9:19

Il fatto che questi siano i nuovi intellettuali domriferimento della sinistra l’ha deciso da solo l’intellettuale di destra Ale Del Papà, insieme alle solite banalità trite e ritrite degli intellettuali….di destra e un viscido e vigliacco riferimento alla somiglianza fisica tra i criminali diz Colleferro e Fedez….che dire, tutto molto bello.

Andrea
Andrea
13 Settembre 2020, 9:09 9:09

Il fatto che questi siano i nuovi rifermenti della sinistra l’ha deciso da solo il prestigioso intellettuale Del Papa, con una bella serie di banalità trite e ritrite è un volgare e viscido riferimento alla somiglianza fisica dei delinquenti di Colleferro e Fedez. Applausi….

Fulvia G.
Fulvia G.
13 Settembre 2020, 0:51 0:51

Grande Nicola. Ma credimi, non c’è nulla di nuovo in questa sinistra (aggettivo) sinistra (sostantivo), se non un certo abbassamento del livello culturale. Io nel ’68 avevo vent’anni, ero all’Università e mi sentivo fieramente marxista. A vent’anni, come diceva qualcuno, significava avere cuore. Alle assemblee del Movimento Studentesco parlavano i leader, dicendo ogni 4 parole “cazzo, compagni” e “a monte” e ancora “via la cultura borghese”. Se uno si azzardava ad alzare la mano e a dire “Ma…” il leader di turno gli gridava: “Taci, fascista”. E finiva lì.