Cultura, tv e spettacoli

I paradossali benefici di una tv senza informazione

Tra il serio e il faceto, la ricetta per liberare gli spettatori da qualunque responsabilità morale sulla realtà

© g-stockstudio e Proxima Studio tramite Canva.com

Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo un estratto del libro “Per una TV senza informazione” (Guerini) di Francesco Teodori.

Non occorre sperare che il pubblico migliori sé stesso. È sufficiente che colmi il suo vuoto interiore, la superficialità del suo essere. Che non si annoi troppo, in sintesi. Lo spettacolo estetico prevede l’abbandono dell’Io, la rinuncia alla razionalità in nome della contemplazione. Soprattutto, occorre dimenticarsi del mondo.

Non è possibile abbandonare il raziocinio guardando in continuazione notiziari e programmi d’informazione. Come si può dare pace al cervello sottoponendolo a stress continui con centinaia di informazioni sugli argomenti più disparati? Occorre liberare gli spettatori da qualunque responsabilità morale sulla realtà. Deresponsabilizzarli, renderli del tutto privi di interesse verso le cose del mondo. Tanto nessun fatto accade mai davvero, dunque, perché preoccuparsene?

Essere a conoscenza degli avvenimenti che accadono, è una forma di violenza verso l’innocenza sociale che invece andrebbe coltivata, rendendo, come fortunatamente già avviene, ogni individuo un perfetto spettatore. Non un cittadino, uno spettatore. Irresponsabile, innocente, scevro da qualsiasi disdicevole forma di civismo. Un ottimo nichilista postmoderno. Ecco l’ideale pubblico televisivo in una definizione!

Francesco Teodori, 26 dicembre 2024

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