Non nel centro città, squisito, perfino snob, no, nelle periferie che tuttora riportano allo squallore comunista d’antan. Vogliamo saperlo che gli amici tedeschi perdono pezzi anche loro, hanno infrastrutture d’argilla, scuole che cascano, ferrovie tristi, ospedali che si arrabattano, tribunali in anemia di personale, giustizia a rilento? Che, in ottima compagnia dell’Italia, restano all’ultimo posto in Europa per la banda larga? Che hanno affitti carissimi, salari così così? “Dammi qualcosa, dammi riforme” bofonchia Merkel ad ogni capo di governo italiano, ma il piano Hartz, in agenda di Schröeder nel 2010, che fine ha fatto, che risultati veri ha portato? La religione crucca è lo Schwarze Null, il pareggio di bilancio; poi, se lo si certifica sforando di nascosto, fa niente, ma il loro debito implicito è davvero più basso di quello italiano?
Non spendono, traccheggiano e così si spiega la macchia d’olio dell’estrema destra di Afd che è al Bundestag, che sta in tutti i parlamenti regionali. Problemi che restano sotto il tappeto: salvo pochissime e quasi eroiche eccezioni, la stampa tedesca rigurgita di articoli autoreferenziali e non da oggi, da sempre. Teutocentrici, più sovranisti di Emmanuel Macron che è tutto dire: facile, fare gli europeisti quando l’Europa sei solo tu. “Merkel irritiert”, irritata con Conte, tuona Die Welt: o Mes o morte: lo abbiamo fatto per voi, ingoiatevelo e zitti. Sono così, non cambiano: non possono cambiare. Però fanno i primi della classe, fanno la morale. Deutschland uber palles.
Max Del Papa, 4 luglio 2020