Cronaca

I pro-Hamas gettano la maschera: “Via le bandiere della pace, non le vogliamo”

Vietate le bandiere arcobaleno alla manifestazione di Roma. Mentre a Milano invocano massacri contro Israele ogni 7 ottobre

© Gpoint Studio e humblino tramite Canva.com

Se qualcuno nutriva ancora dei dubbi, dopo quanto accaduto ieri a Roma avrà sicuramente le idee più chiare. A sette giorni dalla manifestazione della vergogna, con decine di agenti di polizia feriti negli scontri scatenati da attivisti violenti e infiltrati, si è tenuto l’evento indetto dalla Comunità palestinese, al quale hanno partecipato tra le varie sigle, Usb, Arci, Potere al Popolo, l’Udap, Cambiare Rotta e i collettivi studenteschi, senza dimenticare le immancabili Anpi e Cgil. Ebbene, ieri i pro-Hamas hanno gettato finalmente la maschera: nessuno vuole la pace con Israele, l’obiettivo è ottenere la libertà. A qualsiasi costo. Per qualcuno con la cancellazione dello Stato ebraico.

La dimostrazione plastica è avvenuta subito dopo l’inizio del corteo: chi ha portato le bandiere della pace in piazza è stato attaccato brutalmente dagli organizzatori dell’evento. Emblematico quanto sostenuto da una pro-Pal al megafono: “Ve lo ripetiamo: noi non la vogliamo la bandiera della pace, vi prego levatela. Noi non vogliamo la pace ma la libertà. E non vogliamo stringere le mani a Israele“. Più chiaro di così è impossibile: a questi soloni non interessa il cessate il fuoco, non hanno alcuna intenzione di mettere al sicuro gli innocenti. Questa è una sfida a Israele e la guerra deve essere vinta dal “bene”. Un “bene” rappresentato militarmente da gruppi terroristici, da bestie pronte ad ammazzare e violentare donne e bambini israeliani.

L’ennesima vergogna per le strade della Capitale, tra cori anti-Israele e slogan antisemiti. Muniti di fumogeni tenuti in aria con i colori della bandiera palestinese davanti al Colosseo, gli attivisti al fianco di Gaza hanno intonato motivetti come “Intifada fino alla vittoria Israele sionista, Israele fascista, Stato terrorista”. Tra gli altri “L’Italia ripudia la guerra” e “fermate le armi”, “Da lassù 13 mila bambini ci guardano” e “La terra appartiene ai popoli, non ai colonizzatori”. E ancora, sempre contro lo Stato ebraico: “Assassini”. Non sono mancati i soliti insulti contro il governo italiano, gli Stati Uniti e l’Unione europea. Nel mirino anche i giornalisti: “Mi auguro che i giornalisti non strumentalizzino come al solito le nostre piazze – l’attacco di un manifestante – non venite qui a strumentalizzare e a essere servi del sionismo. Giornalista terrorista ti ha pagato un sionista”.

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Ma lo schifo non si è fermato a Roma. Ieri anche a Milano si è tenuta una manifestazione a sostegno della Palestina e sono stati registrati altri episodi vergognosi. Una donna avvolta dalla bandiera della Tunisia si è messa ad urlare virgolettati di questo calibro: “Ogni 7 ottobre aspettatevi i massacri di Hamas fino alla vittoria”. E non è tutto. La pro-Pal, o pro-Hamas  data la minima differenza, ha coinvolto nella sua psico-filippica il primo ministro Giorgia Meloni: “I figli di Giorgia Meloni sono tutti drogati sotto i ponti, non metta mai piede in Tunisia che le tagliamo le gambe. L’Italia dal nord al sud è occupata da Israele. Israele fascista, stato terrorista”.

Questo è il livello delle persone che partecipano alle iniziative contro Israele, quei cortei sostenuti con forza dalla sinistra, sempre pronta a condannare gli errori di Netanyahu ma piuttosto sbadata quando c’è da prendere posizione contro l’antisemitismo dilagante in Italia e nel resto d’Europa. All’evento organizzato a Milano sono stati annotati slogan e cori simili a quelli di Roma, con un ospite d’eccezione se così possiamo dire. Parliamo di Mohammad Hannoun, l’architetto che il dipartimento del Tesoro americano ha sanzionato perché si ritiene possa essere finanziatore di Hamas: “Sosteniamo la legittima resistenza del popolo palestinese perché siamo convinti che il popolo palestinese, come ogni popolo oppresso, deve resistere in tutti i modi possibili, Sosteniamo tutte le forze politiche, tutte le fazioni armate palestinesi perché la resistenza è legittima – ha sottolineato aggiungendo che “Hamas sono palestinesi, il fronte popolare sono palestinesi, Al Fatah sono palestinesi. Per cui tutta la resistenza è palestinese”. Anche in questo caso è tutto drammaticamente chiaro, limpido.

Franco Lodige, 12 ottobre 2024

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