Si prospetta un altro sabato di alta tensione nelle principali piazze italiane. Dopo gli scontri e la vergogna pro-Hamas registrata tra Milano e Roma, questa volta è il turno di Napoli, dove il 19 ottobre si terrà una manifestazione contro la riunione del G7 della Difesa, in programma a Palazzo Reale. “Siamo contrari al G7 della guerra”, il grido di battaglia della Rete Napoli contro la guerra, pronta a sfidare le disposizioni della Questura. Ieri, infatti, è stato notificato il divieto di superare il limite di piazza Bovio. Ma i pacifinti non sembrano particolarmente interessati, come testimoniato dal tono minaccioso di certe dichiarazioni.
In piazza contro il G7 ci saranno i soliti noti: studenti, sindacati di base, la Rete Napoli per la Palestina, i comitati e gli immarcescibili centri sociali. Stando al programma annunciato i manifestanti si sono dati appuntamento alle 15 in Piazza Garibaldi e hanno annunciato la propria intenzione di avvicinarsi a Piazza Plebiscito nonostante il divieto. Il timore principale è legato naturalmente ai possibili scontri con la polizia, con buona pace di chi va in corteo rivendicando la necessità della pace.
“Ci viene detto che c’è rischio per l’incolumità, diciamo a rappresentanti del governo Meloni: se pensate che queste prescrizioni fermino il dissenso, la giusta rabbia per quello che accade in questo paese, verso persone attendono 3 mesi per una visita medica e poi vedono che si deve raggiungere obiettivo del 2% del Pil per la Nato con 4 miliardi da trovare nelle finanze pubbliche, signori miei, avete sbagliato strada. Proveremo ad arrivare a Palazzo Reale”: questo l’avvertimento che sa di intimidazione da parte di Chiara Capretti, una delle referenti dell’associazione Rete Napoli contro la guerra.
Il ritornello è sempre lo stesso: proteste contro il G7 della guerra, i possibili pericoli, la deriva guerrafondaia. I pacifinti ovviamente parlano di genocidio in relazione alla situazione palestinese e così via. “Siamo contro ogni guerra, a sostegno del popolo palestinese e libanese, per l’autodeterminazione di quei popoli. Vogliamo arrivare, partendo da piazza Garibaldi, alla zona di interesse, ovvero dove si tiene il summit del G7 Difesa, ovvero a Palazzo Reale”, ha aggiunto un altro attivista, Davide Dioguardi, ribadendo la volontà di infischiarsene delle disposizioni della Questura.,
Cosa forse ancora più grave è il dribbling degli organizzatori alla domanda se sarà una manifestazione pacifica. Questo quanto farfugliato: “Puntiamo a una manifestazione in cui si afferma con determinazione che Napoli è contro la guerra e che un terzo conflitto mondiale allargato e generato va scongiurato con ogni mezzo necessario“. La libertà di manifestare è sacrosanta, sia chiara, ma queste velate minacce non possono passare inosservate.
A rilanciare le intenzioni degli attivisti anti-G7 ci ha pensato l’associazione Mezzocannone Occupato: “Nessuna intimidazione della Questura ci fermerà!”. L’indicazione della Questura? Indegna, secondo i compagnucci, che blaterano di imposizioni poliziesche e sfoderano dichiarazioni muscolari: “Noi non ci stiamo! La democrazia è una cosa seria, le piazze ancora di più. Non permetteremo a nessun dispositivo né al clima da regime imposto dal governo Meloni di attentare ad un nostro diritto, quello di manifestare liberamente”.
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“Non ci fermeremo” è un po’ il motto degli attivisti partenopei e difficilmente il buonsenso avrà la meglio. Il rischio di assistere alle solite scene di violenza contro la polizia è molto alto, così come le probabilità che la sinistra prenda le difese dei soliti noti.
Franco Lodige, 17 ottobre 2024
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