I giornali di oggi sono un ottimo esempio di propaganda. Il lettore, pagina dopo pagina, scopre i grandi successi in Europa del governo Conte. Roba travolgente. La titolazione non lascia dubbi: è l’inizio di una nuova era. Ne è convinto anche Beppe Grillo, che fino a l’altro ieri mandava il suo Vaffa a Bruxelles e oggi si rimangia tutto pur di dare una mano a Conte. Comunque, tornando ai quotidiani, il nostro esecutivo ha riportato una gloriosa vittoria, che porterà all’emissione di un eurobond che non è proprio un eurobond e dunque che cos’è? Boh. L’Unione europea, secondo i quotidiani, in particolare Il Corriere della Sera, in piena deriva cinese e grillina, ha ceduto su tutto. Bruxelles si riserva solo di farci sapere a quanto ammonta il fondo, come sarà finanziato di preciso, i tempi di realizzazione e le modalità di erogazione. Dettagli di nessuna importanza. Evviva, proseguiamo la quarantena sereni.
Mentre l’Unione riflette, l’economia crolla. Sullo stesso Corriere troviamo un angosciante ma realistico articolo dell’editore Riccardo Cavallero che profetizza la fine (sottolineo: fine) dell’editoria libraria. Si salveranno pochi gruppi, grandi e medi. Gli altri sono già fuori dal mercato. Si potrà anche pensare che l’editoria non è un settore centrale, con la cultura non si mangia, e così via. A parte che non è vero, è solo un esempio.
Ogni altro piccolo imprenditore (questo sono gli editori indipendenti) rischia di dover cambiare lavoro. Vabbè ma cosa importa, con le memorabili imprese di Conte, che hanno messo in ginocchio la Commissione europea, risolveremo certamente ogni problema.
Alessandro Gnocchi, 24 aprile 2020