Si dà il caso, però, che anche la “politica”- che è l’area in cui opera lo Stato – abbia i suoi “valori” e che la preservazione di identità culturali, linguistiche, artistiche, retaggio del passato, contribuisce a rendere il mondo più bello e più vario e, in ogni caso, sta a cuore a molti cittadini.
Le “civiltà” stanno tutte sullo stesso piano, è vero, ma Claude Lévi-Strauss – citato da D’Agostino a sua difesa – diceva che ciascuna ha il diritto di preservare la sua specificità. Che cosa può rappresentare un pericolo per quest’ultima? Cosa si può tollerare nei costumi degli altri? Possono le istituzioni ignorare l’alterazione di paesaggi spirituali e materiali ereditati dagli avi? È questione di leggi e di buon senso ma il problema esiste e ha a che fare con lo Stato e, soprattutto, con la democrazia…
Dino Cofrancesco, Il Dubbio 20 agosto 2020