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Ecco perchè i risparmiatori sono in stato confusionale

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Questa mattina. Sono in auto. Accendo la radio e, la pioggia meteorologica che bagna la giornata, si trasforma in un uragano di notizie negative che piovono su di me, su di noi, senza che ci si possa difendere in alcun modo. Per questo tipo di pioggia non c’è ombrello che tenga. Brexit, guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, la crisi politica da poco conclusasi nel nostro Paese. E poi, il Climate Change, i tassi d’interesse negativi, il crollo dei valori degli immobili. Non basta? Possiamo sempre concentrare le nostre attenzioni negative sulle notizie che parlano del Debito Pubblico che continua a salire senza freni, mentre il PIL, cioè la ricchezza prodotta dal Paese, va nella direzione opposta. Non è un caso che l’Italia sia l’unica nazione a non aver ancora recuperato dai minimi pre-crisi del 2008.

C’è bisogno d’altro? Certo che c’è dell’altro. Si può dimenticare il rogo assurdo della Foresta amazzonica, gli sbarchi sulle coste italiane, il possibile aumento dell’Iva a gennaio prossimo e il rischio di una finanziaria lacrime e sangue per far tornare i conti che non tornano, tanto che sempre più “commentatori” sottolineano come l’unica strada verso il risanamento possa essere rappresentata da un prelievo forzoso dai risparmi degli italiani? Non è sufficiente tutto questo per essere abbastanza negativi? E allora potremmo aggiungere il fatto che proprio stamattina abbiamo letto la comunicazione con cui ci spiegano che hanno appena chiuso la filiale della nostra banca, quella più vicina a casa, costringendoci a trasferimenti impossibili per incontrare il nostro bancario di fiducia, che in realtà, scopriremo poi, essere stato trasferito in un’altra città.

Se a tutto questo aggiungiamo che a Milano diluvia, che in previsione dello sciopero previsto dei mezzi pubblici il traffico è letteralmente impazzito, ecco che il quadro della giornata assume tinte foschissime. Ma è quando pensi di aver visto tutto che accade il peggio. Bergamo, aeroporto di Orio Al Serio. Un cartello annuncia che per sciopero ci potrebbero essere lungaggini nei controlli prima degli imbarchi. Lungaggini? La fila comincia fuori dall’aeroporto, neanche a Gardaland quando accompagnavo le mie figlie ho mai visto file del genere. Passeggeri, sempre troppo pazienti, trattati come pecore. Qualcuno perde l’aereo, qualcuno perde le staffe. Un assurdo, complimenti a chi ha organizzato tutto questo, a chi sapendo in anticipo dello sciopero non si è preoccupato di assistere i passeggeri in modo che non subissero disagi.

Poi salgo in aereo. Salgo in aereo e, dopo qualche scossone alla carlinga, nell’attraversare lo spesso strato di nuvole ecco che la luce del sole rende tutto meno cupo. Insomma, salendo di quota, elevandoci in un’altra posizione, riusciamo a creare una prospettiva diversa da cui osserviamo le cose. Ed allora penso ai risparmiatori. Sono tutti sotto quella cappa di negatività che abbiamo appena descritto. Fanno fatica a sgombrare la nebbia dalle loro menti e così vivono in uno stato confusionale che impedisce loro di fare scelte coerenti con i loro progetti di vita. Se si desidera accumulare per il futuro dei figli, e quindi bisognerà farlo per anni, ci si può preoccupare di Trump, della Brexit, di Salvini, Di Maio e di chi per loro? Se si accantona per la mia pensione? Non è la stessa cosa? Non ci si dovrebbe tirare fuori dalla nebbia e guardare a ciò che è davvero essenziale?

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