Continua a gonfie vele la criminalizzazione del centrodestra, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Stamattina, è stato il turno de La Stampa, con un pezzo firmato da Jacopo Iacoboni: “Ombre russe dietro la crisi: così gli uomini di Vladimir Putin s’interessarono alla possibile caduta del governo Draghi”. È questo il titolo del quotidiano di Giannini, circa presunti legami tra Antonio Capuano, ex Forza Italia e consulente di Matteo Salvini, con il funzionario dell’ambasciata russa Igor Kostyukov. Il legame tra i due deriverebbe da un documento dell’intelligente, contenente i colloqui segreti delle parti, utilizzato da Iacoboni per mostrare i legami stretti tra Lega e Russia, oltre alla spinta decisiva di Mosca, che avrebbe portato alle dimissioni dei ministri del Carroccio.
Sin da subito, il leader leghista ha smentito l’ipotesi, parlando addirittura di ricostruzione “fantasy” e richiedendo anche l’intervento istituzionale, puntualmente arrivato poche ore dopo. Infatti, il sottosegretario di Stato Franco Gabrielli, delegato alla pubblica sicurezza del Paese, ha smentito seccamente la notizia: “Circa l’attribuzione all’intelligence nazionale di asserita interlocuzioni tra l’avvocato Capuano e rappresentanti dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, per far cadere il governo Draghi, sono prive di ogni fondamento, come già riferito al Copasir, in occasione di analoghi articoli apparsi nei mesi scorsi”.
Insomma, l’intero scoop del quotidiano torinese si rivela un nulla di fatto: non è esistita e non esiste alcun contatto tra Russia e Lega, men che meno una possibile influenza di Putin sulla caduta del governo Draghi. Il responsabile lo possiamo solo trovare in casa e risponde al nome di Giuseppe Conte.