No, incredibile. Prima la sinistra ci ha fatto una testa così con Berlusconi cattivo, Salvini cattivo, l’allarme populismo, l’allarme sovranismo; e poi viva i competenti, l’Unione europea, l’euro e Matteo Renzi. Adesso torna sui suoi passi e con la stessa sicumera ci dice che l’Europa non è così buona, l’euro non è il paradiso, il sovranismo non è sbagliato se inteso come patriottismo, i competenti curano i propri affari e Matteo Renzi è stato una sciagura per la sinistra, diventata la cameriera del sistema economico «neoliberista», considerato diabolico dai post comunisti.
Federico Rampini, cresciuto con Enrico Berlinguer, scopre all’improvviso un fatto di cui tutti si erano accorti all’incirca nel 1989: la sinistra non ha uno straccio di idea sul futuro. Si è rifugiata nel culto delle minoranze e dei diritti, dimenticandosi di tutto il resto, cioè dei problemi della maggioranza degli italiani. Secondo Rampini, firma di Repubblica, il Partito democratico è diventato il partito dello spread che tifa per l’Europa «a prescindere», anche quando è governata dai campioni della pirateria fiscale. Chi lo avrebbe mai detto? Beh, Augusto Del Noce aveva previsto all’inizio degli anni Sessanta la trasformazione del Pci in una sorta di partito radicale di massa; il sociologo (di sinistra) Christophe Guilluy ha realizzato circa vent’anni fa studi cruciali sul cambiamento dei partiti di sinistra, francesi o italiani poco cambia, e del loro elettorato, sempre più borghese e cosmopolita. Ma ora che queste cose ce le dice Rampini nel suo La notte della sinistra (Mondadori) siamo tutti più tranquilli.
Federico Fubini, dalle colonne del Corriere della Sera, è sempre stato un sostenitore a spada tratta del progetto europeo contro i trogloditi del sovranismo e del populismo. Ora ci viene a dire che l’Europa è bella ma non bellissima e che noi italiani dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo e non rinunciare alla nostra identità. Chi l’avrebbe mai detto? Beh, Ida Magli aveva letto e criticato i trattati europei in diretta, alcune decine di anni fa. Ma ora che ce lo dice Fubini nel suo Per amor proprio (Longanesi) siamo tutti più tranquilli. L’autore sostiene che l’Europa deve marciare unita per resistere alla pressione di forze imperiali come la Cina. Tra trent’anni ci dirà quello che fior di storici scrivono oggi: l’Unione europea ha una dimensione politica imperiale ma con una stranezza. Al posto dell’imperatore c’è una moneta, l’euro.
Infine la ciliegina sulla torta.