Esteri

La guerra in Ucraina

I servizi russi: “Ecco chi ha fatto esplodere il ponte in Crimea”

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Si ripete lo scenario Daria Dugina. Pochi giorni dopo l’attentato alla figlia del pensatore russo, i servizi segreti russi pubblicarono una nota sulla identificazione della presunta autrice dell’omicidio: una ucraina entrata clandestinamente in Russia e poi fuggita in Estonia. Oggi, a meno di una settimana dall’attacco al ponte Kerch, l’Fsb russo ritiene di aver identificato la mente e le braccia dell’attacco al simbolo dell’annessione russa della Crimea. Sebbene stiano già emergendo i primi dubbi sulla ricostruzione.

Che dietro vi potessero essere gli ucraini appariva possibile dopo che anche i servizi americani avevano fatto trapelare i loro sospetti, e il loro risentimento. Stando all’Fsb, ad ideare il piano sarebbe stato il direttore dell’intelligence del Ministero della Difesa Ucraino, Kirill Budanov. “L’ordigno esplosivo – spiegano gli 007 di Mosca – è stato mimetizzato in rotoli con un film di polietilene da costruzione su 22 pallet per un peso totale di 22.770 kg, e all’inizio di agosto di quest’anno”. Il tutto sarebbe stato spedito dal porto di Odessa fino alla città bulgara di Ruse. Tra gli autori figurano tre cittadini ucraini (Tsyurkalo Mikhail Vladimirovich, nato nel 1975, Kovach Denis Olegovich, nato nel 1979, Solomko Roman Ivanovich, nato nel 1971), i quali avrebbero prelevato l’esplosivo in Bulgaria e poi lo avrebbero portato a Poti, in Georgia, e infine in Armenia grazie alla complicità di altre persone. L’Fsb cita il georgiano Inosaridze Sandro, un intermediario di nome “Levan” e l’armeno Terchanyan Artur.

Dall’Armenia, il carico sarebbe stato normalmente sdoganato tra il 29 settembre e il 3 ottobre, quando è stato inviato ad un destinatario a Mosca. A quel punto, un camion DAF immatricolato il Georgia ha attraversato il confine con la Russia “al checkpoint di Upper Lars e il 6 ottobre è stato consegnato e scaricato presso il deposito all’ingrosso di Armavir, nel territorio di Krasnodar”. Una volta in territorio russo, altre sette persone sarebbero state coinvolte nell’attentato. “Il 7 ottobre – scrive l’Fsb – con l’assistenza di R. Solomko, Zlob Vladimir Vasilievich e altri cinque cittadini russi, i documenti per il carico sono stati nuovamente modificati”, con un nuovo mittente e un nuovo destinatario. Stavolta nella Repubblica di Crimea.

A quel punto, stando sempre alle indagini dell’intelligence di Mosca, i pallet con l’esplosivo sono stati caricati sul camion di Makhir Yusubov, classe 1971, partito per Simferopol, e l’8 ottobre 2022 alle 06:03 è stato fatto esplodere durante il viaggio lungo il ponte della Crimea. Il tutto coordinato dagli 007 di Kiev tramite un tal Ivan Ivanovich (probabilmente un nome falso) che avrebbe utilizzato un telefono anonimo acquistato su internet e registrato a nome di un cittadino ucraino residente a Kremenchug.

“Al momento – scrive l’Fsb – cinque cittadini della Russia, tre cittadini dell’Ucraina e dell’Armenia, che hanno partecipato alla preparazione del crimine, sono stati detenuti nell’ambito di un procedimento penale”.