I servizi segreti esteri dietro Carola e Buzzfeed?

Un filo rosso pare legare la vicenda sella Sea Watch e quella dei presunti finanziamenti russi alla Lega

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Dopo Carola, Buzzfeed. Cosa lega la costruzione dell’azione della Greta dei migranti con lo «scoop» del sito online sui presunti finanziamenti russi alla Lega? Apparentemente nulla ma la tempistica sincronizzata ci fa sospettare che siano due episodi di una strategia di guerra ibrida, con l’obiettivo di mettere in difficoltà il governo, eventualmente facendolo cadere, e in ogni caso di lanciare avvertimenti al principale protagonista politico di questa fase, cioè Salvini.

Che cos’è una guerra ibrida? Il concetto è degli strateghi del Pentagono e indica azioni in cui soggetti non militari, in molti casi neppure armati, intervengono per minacciare uno Stato e costringerlo a muoversi in una direzione a loro gradita. Quando sono armati si tratta di terroristi, ma ci possono essere guerriglieri ibridi che usano altri mezzi, apparentemente pacifici (le ong) e a scopi umanitari, come il salvataggio dei naufraghi (che poi non lo sono quasi mai). Fondamentale nella guerra ibrida è il ruolo dei media, sia quelli internazionali che quelli del paese aggredito, e ovviamente i servizi di intelligence di molti stati interessati a influire sulla politica della nazione presa di mira.

Se sarebbe da ingenui non sospettare un ruolo dei servizi tedeschi e francesi nell’affare Carola, in quello Buzzfeed ci sembra di intravedere lo scontro, interno agli Usa, tra una fazione più vicina a Trump, che desidera un deal con Putin, e un’altra che vuole impedirlo, dimostrando che i russi si intromettono nella vita politica non solo americana ma pure di alleati come l’Italia. Non a caso Buzzfeed fu uno dei media più usati da coloro che organizzarono l’affare Mueller, nel frattempo sgonfiatosi

Ma è il solo Putin che, eventualmente finanziando partiti europei, prende parte alla guerra ibrida? Non si direbbe. La storia di versamenti esteri a partiti politici italiani è antica (già nel 1914 si accusò il socialista Mussolini di aver tradito dopo aver preso soldi dalla Francia). Durante la guerra fredda fiumi di denaro arrivarono al Pci da Mosca, tanto che se oggi vedete una sede del Pd, è molto probabile che sia stata acquistata tempo fa con l’oro dall’Urss. Per questo, come ha scritto qui Giovanni Sallusti, gli eredi piddini dovrebbero avere la decenza di tacere. Ma di soldi del Venezuela di Chavez e di Maduro a Podemos, al Labour di Corbyn e anche a partiti alla sinistra del Pd molto se è parlato. Per non dire poi dei ricchi bonifici di Soros, un investitore in fondi speculativi di cui sono stati vittima anche gli italiani, a + Europa.

Nonostante l’immagine dei soldi colpisca l’immaginario popolare, non dobbiamo essere ingenui. Il Pci credeva nel comunismo sovietico e per questo era finanziato. Podemos era un fan del socialismo venezuelano e per questo riceveva il sostegno di Caracas. Così come Bonino è una fedele credente nelle politiche open border, e per questo Soros la finanzia. Del resto, il Pd dai tempi di Hollande e soprattutto di Macron è di fatto un agente interno dei francesi, di cui esegue per filo e per segno gli ordini, anche senza finanziamenti – al limite gli è bastata qualche legion d’honneur.

Allo stesso modo non è un mistero la simpatia di Salvini e della Lega per Putin, del resto ricambiata nel recente viaggio del presidente in Italia. Non sarà certo un nastro più o meno manipolato a svelare chissà cosa. Alla stragrande maggioranza degli italiani, poi, il supposto scandalo non interessa, tanto più che condividono una certa simpatia per Putin.

E allora di cosa parliamo? Parliamo di un avvertimento, cioè di un episodio di guerra ibrida, in cui prendono parte servizi di vari paesi intenzionati a mandare un messaggio a Salvini. Di cosa si tratti, lo scopriremo, forse, solo vivendo.

Marco Gervasoni, 11 luglio 2019

 

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