Segui il denaro, follow the money, e scoprirai qualcosa anche del movimento Black Lives Matters, che sta incendiando le piazze d’America e non solo. Tutti sanno come nasce il movimento. Un poliziotto ha brutalmente trattenuto a terra un giovane afroamericano con precedenti, beccato a spacciare una banconota falsa. Per diversi minuti, il video è girato per tutto il mondo, con una brutalità assurda e colpevole lo ha costretto a terra senza farlo respirare: il giovane ha perso prima i sensi e poi è morto. Il poliziotto è stato subito arrestato, nonostante fosse stato coinvolto anche nel passato di almeno una decina di casi simili, i suoi colleghi licenziati, il capo della polizia (il primo afroamericano a ricoprire un incarico simile) si è scusato, il sindaco liberal e democratico si è inginocchiato, ma, come spesso avviene in America, l’elettricità del razzismo e della violenza sui più deboli ed emarginati si è presto propagata.
Le piazze si sono incendiate in tutti gli States e si sono innescati due fenomeni paralleli. Il primo sono i veri e propri saccheggi e guerriglie urbane. Il secondo è la critica al presidente Donald Trump che ha subito chiesto, e non ottenuto, l’intervento dell’esercito, per fermare le proteste che sono presto degenerate. Ma, dicevamo, occorre seguire i soldi. Quelli che il movimento si è subito affrettato a chiedere al pubblico degli inginocchiati. Nato, è bene ribadirlo, per una violenza inaccettabile in un Paese civile, soprattutto se perpetrata da un uomo in divisa. Per seguirli occorre andare sul sito Blacklivesmatter.com. Dalla prima pagina, e ovviamente in bella evidenza, c’è un bottone, giallo, con su scritto «Donate». Dopo averlo cliccato si viene indirizzati in una pagina sicura organizzata da una piattaforma di raccolta fondi che si chiama ActBlue. E qui che nell’apposita casellina potete inserire la cifra della donazione. Ma per farne cosa? Non è molto chiaro.
Aiutiamoci con un altro interessante sito Opensecrets.org che tiene traccia di come le diverse organizzazioni spendono i quattrini raccolti dal vasto pubblico, spesso in risposta ad ondate di indignazione di massa. Digitando nell’apposita casella di ricerca Actblue (ripetiamo l’organizzazione scelta dal Blm) vediamo subito dove sono andate a finire le loro donazioni nel 2020. Compare una classifica dei primi dieci. Il primo della lista è il candidato presidenziale, avversario di Trump, che si è beccato circa 190 milioni di dollari. Secondo in classifica sempre Joe Biden, con 119 milioni, ma in questo caso si dovrebbe trattare della sua organizzazione elettorale. Al terzo posto un’altra democratica, la senatrice Elizabeth Warren, senatrice democratica che ora appoggia Biden. Seguono Pete for America, cioè Pete Buttigieg il giovane trentasettenne che infiammò sempre le primarie democratiche, e così via.
Ovviamente si tratta di una coincidenza e ci fa un po’ sorridere lo spontaneismo di tante manifestazioni inginocchiate, che alla fine hanno un solo filo d’oro: quello del partito democratico americano.
Trump ne combina di tutti i colori, ma lo fa in modo aperto, diretto, aggressivo. I suoi avversari spesso nascondono, dietro ai buoni sentimenti, i peggiori interessi.
Nicola Porro, Il Giornale 14 giugno 2020