Articoli

“I suprematisti sparano ai migranti”. Ma lo scoop era falso - Seconda parte

La storia di Relotius conferma che in alcuni ambienti della comunicazione si punti più all’effetto che procura una notizia, seppure falsa, che all’oggettività dell’informazione. Poi quando la fake news viene concepita per raccontare l’inverosimile, come il manipolo di suprematisti che sparano agli immigrati, i fautori dello stereotipo razzista, pur di espandere il loro pregiudizio, ne incentivano la produzione, gettando ombre pesanti sull’indipendenza dell’informazione che dovrebbe sottomettersi, esclusivamente, alla verità.

Andrea Amata, 8 gennaio 2020

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva