L’annuncio era atteso, ma adesso c’è anche l’ufficialità della Casa Bianca. Gli Stati Uniti forniranno 31 carri armati Abrams all’Ucraina, mossa che ha permesso il via libera anche alla fornitura dei Leopard da parte di una buona parte di Paesi europei. Esulta Zelensky, ma con un pizzico di apprensione. Perché i tempi non saranno rapidi.
L’annuncio di Biden
Dopo una telefonata con Macron, Scholz, Meloni e Sunak, il presidente Biden si è presentato di fronte ai giornalisti per rilasciare una comunicazione ufficiale. “Come ho detto a dicembre a Zelensky, noi saremo dalla parte dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha detto il presidente americano. Che poi ha spiegato come “presto inizierà anche l’addestramento delle forze di Kiev” sui carri armati a stelle e strisce. “Questi mezzi blindati sono un ulteriore esempio della nostra volontà di difendere l’Ucraina. Gli Usa manterranno il loro sostegno all’Ucraina inalterato”.
Da tempo Kiev chiedeva questi mezzi, che serviranno a contenere l’avanzata russa prevista per l’inizio della primavera e magari a permettere anche una controffensiva verso Mariupol. Washington era sempre stata restia a superare certe linee rosse nelle forniture militari, come ad esempio i tank tecnologici occidentali o imporre una no fly zone, per evitare un rischio di escalation. Ma adesso il dado è tratto. “La Russia deve saperlo – ha spiegato Biden – noi saremo uniti e determinati, più che mai. Putin ha sbagliato nelle sue aspettative, sin dall’inizio, e continua a sbagliare. L’Ucraina sta conducendo una lotta per la libertà. È una battaglia che gli ucraini devono condurre ben equipaggiati. Questa è una battaglia per la libertà in tutto il mondo, e quindi dobbiamo sostenere i coraggiosi soldati ucraini che stanno mantenendo accesa la fiamma della libertà”. Biden ci ha tenuto a precisare che questa non è un’offensiva della Nato contro la Russia, (“Aiutiamo l’Ucraina a difendersi, deve combattere equipaggiata al meglio”), anche se tutto adesso dipende dalla lettura che ne darà Putin e soprattutto dall’utilizzo effettivo che verrà fatto sul campo di quei tank. “Le truppe russe – ha spiegato il presidente – devono tornare al luogo in cui appartengono, la Russia”.
La decisione della Germania
Anche la Germania alla fine ha dato il via libera alla fornitura dei suoi Leopard, nonostante i tentennamenti degli ultimi giorni. Scholz non voleva muoversi da solo e così ha coinvolto tutti i leader occidentali impegnati in quella che Lavrov ormai considera una guerra tra Occidente e Russia. La telefonata a cinque di oggi è servita a dare un segnale plastico di unità di intenti. “Prendendo atto della situazione sul terreno a quasi un anno dall’invasione russa, i leader hanno ribadito l’importanza di una costante forte coesione tra alleati nel continuare a fornire assistenza a Kiev a 360 gradi”, ha fatto sapere Meloni al termine dei colloqui. Immediata la reazione di Zelensky: “Grazie al presidente degli Stati Uniti Joe Biden per un’altra potente decisione di fornire gli Abrams all’Ucraina – ha scritto su Twitter – Sono grato al popolo statunitense per il supporto alla leadership! È un passo importante sulla via della vittoria. Oggi il mondo libero è unito come mai prima d’ora per un obiettivo comune: la liberazione dell’Ucraina. Stiamo andando avanti”.
Il risiko delle tempistiche
Gli analisti militari ritengono che i tank possano cambiare il vento della guerra, o comunque di garantire a Kiev la resistenza, ma qualche piccolo problema c’è. Fino ad oggi sono sempre stati consegnati armamenti e carri armati di fabbricazione sovietica, al cui utilizzo i militari ucraini erano già addestrati. Per quelli occidentali invece serve tempo: sia per costruirli, sia per imparare ad utilizzarli. Secondo funzionari americani citati dall’Ansa, infatti, i 31 carri armati che verranno spediti a Kiev non saranno pronti nell’immediato. Ma verranno prodotti ex novo dalla General Dynamics Land Systems, quindi ci vorranno “diversi mesi” prima che possano arrivare a destinazione. Nemmeno i 14 Leopard tedeschi, come spiegato dal ministro della Difesa Pistorius, arriveranno prima di marzo, probabilmente, al netto del tempo che occorre per addestrare i soldati di Zelensky. Non è un caso, infatti, se il presidente ucraino sta già mettendo fretta agli alleati occidentali. “Vorrei ringraziare la Germania, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti” per i tank, ha detto a Sky News, “ma parlando francamente, il numero di carri armati e il tempo di consegna all’Ucraina sono cruciali”.