Cronaca

I telepredicatori sulla Wagner? Peggio dei ciarlatani del Covid

Ormai tutti parlano di tutto senza sapere niente. Sul tentato golpe in Russia se ne dicono di ogni

gruppo wagner

Quanto ci manca il Covid. Nel senso della rassegna televisiva di cifre, dati, morti, ricoverati e infettivologi di vario tipo. Per porre rimedio all’assenza ci buttiamo su Prigozhin e la retromarcia su Mosca, però tenendo d’occhio la Santanché, mentre Repubblica sposta l’attenzione prima sulla Fascina quindi sulla famiglia di Berlusconi, in attesa di dedicarsi ai custodi, autisti e domestici vari.

È un gran menù sul quale ci abbuffiamo senza sapere nulla dell’argomento però blaterando come noi sappiamo fare da sempre, imbonitori, venditori di farlocche penne stilografiche o pentole di dubbia origine, siamo gli ambulanti della parola e del pensiero, pronti a intervenire sulla qualunque, purché se ne parli al bar, dal parrucchiere, in televisione perché no? Al ristorante stellato e no.

Totale: nessuno ha capito bene però tutti parliamo, scriviamo, opiniamo, sentenziamo, per farci riconoscere più che conoscere, per stare a capotavola anche quando mangiamo da soli, uno, nessuno, centomila, il protagonismo è il nostro viagra naturale, un passaggio in televisione vale più di una notte d’amore con la più gnocca del reame, un parere non lo si nega a nessuno, che siano le croci del CAI, un latrato del cane, o i conti della ministra o, ancora, gli stramilioni degli arabi per i calciatori di ogni dove, alla ciurma di youtuber e affini.

Il dibattito non si ferma mai, la chiacchiera corre veloce. Come sta Putin? Cosa ci sarà scritto nel testamento del Cavaliere? Fa caldo come mai prima d’ora. Ovviamente, come nelle migliori farse, si replica.

Tony Damascelli, 27 giugno 2023