Voi eravate rimasti a quando, per fare politica, serviva solo il permesso dell’Europa e dei mercati. L’Europa ci guarda, i mercati ci giudicano – e ci insegnano come votare. Adesso la trinità è completa: Europa, mercati e virologi. Tanto che, sentito da Adnkronos, Walter Ricciardi ha commentato: “Non ci possiamo permettere una crisi di governo, speriamo rientri”. A Sky tg24, il consulente del ministero della Salute era stato un po’ meno netto, ma altrettanto minatorio: “Spero e credo che quello che sta accadendo non minacci la gestione della pandemia”.
Ieri si era espresso anche l’altro televirologo di regime, l’ex sessantottino Massimo Galli, per l’occasione posseduto dallo spirito di Nicola Zingaretti: “Mi colpisce l’incapacità, non solo” di Matteo Renzi, “di comprendere la gravità del momento e di serrare le fila, di tirare tutti nella stessa direzione per superare la crisi, non di governo, innescata da una pandemia”. Altro che medico: un ventriloquo del Pd.
Qualche giorno prima, lo stesso Galli era intervenuto al grido “non possiamo permettercelo”, questa volta riferito al voto. Già quello per le regionali, secondo il professore del Sacco di Milano, sarebbe costato “qualche migliaia di casi in più”. Addirittura, “non avete idea”, voi ingenuamente allergici alle manovrine di palazzo, dell’inutile tributo umano pagato dagli Stati Uniti allo stanco rito politico, che sono le elezioni. Direbbe Ricciardi – che l’ha detto già tante volte: “Fare come la Cina”.
Perché la democrazia, a un po’ di gente, aveva già rotto le scatole prima. L’Italia vanta persino ex premier secondo i quali, il vantaggio della suddetta Ue, sarebbe che le sue istituzioni sono “al riparo dal processo elettorale”. Figuratevi come la nostra élite possa considerare, in tempi di pandemia, l’idea che chi governa debba passare dal vaglio delle urne. Specialmente se, con il voto, si corrono due rischi: primo, che un sacco di scaldapoltrone in quota M5s, Italia viva e Pd debbano trovarsi un lavoro vero; secondo, che le elezioni le vinca la destra. Sarebbe inaccettabile.