Parlando di pace in Ucraina, a Kiev è cambiato il vocabolario. Negli ultimi giorni infatti è stata registrata una svolta significativa sulle possibilità di dialogo con la Russia per giungere a un cessate al fuoco. Il ruolo della Cina e degli Stati Uniti, ma soprattutto l’apertura senza precedenti di Volodymyr Zelensky, che ha parlato di un percorso per arrivare alla conclusione del conflitto entro novembre.
Il numero uno di Kiev ha reso noto di aver assegnato un compito in questo senso alla sua amministrazione e alla sua squadra diplomatica, con grande fiducia per una conclusione entro novembre, mese fondamentale per le presidenziali negli States. Secondo Zelensky, i fattori decisivi saranno il rafforzamento dell’esercito ucraino, la pazienza, il sostegno all’Ucraina e la pressione diplomatica internazionale sulla Russia. Ma non solo. Il presidente ucraino ha reso noto di aver ricevuto proposte non ufficiali per congelare il conflitto, ma ha sottolineato di non poterle accettare. Nota la base del piano d’azione: la questione dell’integrità territoriale dell’Ucraina.
L’apertura di Zelensky non ha trovato sponde in Russia. Anzi, da parte del ministro Sergei Lavrov è arrivata una chiusura totale. Per il titolare degli Esteri di Mosca non ci sarà alcun negoziato basato sulla proposta di pace di Zelensky, definita “una formula utopica e illusoria che non si realizzerà mai”: “Tutti se ne sono già resi conto, anche se per inerzia l’Occidente sta ancora cercando di menzionarla come un ultimatum”. Lavrov ha poi rimarcato che la Russia non ha alcuna intenzione di arrendersi, anzi: “L’attuale posizione dei Paesi occidentali sull’Ucraina è quella di ignorare la posizione russa e di aspettarsi la capitolazione della Russia, ma ciò non accadrà. Tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale saranno raggiunti, non c’è dubbio”.
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La strada appare in salita, ma attenzione al ruolo delle altre potenze. Nonostante il clima di alta tensione, è stato annotato un avvicinamento tra Usa e Russia. Washington ha infatti sventato un “piano segreto” contro Mosca: secondo quanto rivelato dal New York Times, la telefonata tra il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin e il suo omologo russo Andrei Belousov risalirebbe all’inizio di luglio. Quest’ultimo ha riferito di un’operazione segreta ucraina individuata dai russi ma non a conoscenza degli States, contrariamente a quanto ipotizzato dal Cremlino. Immediato l’intervento di Washington, che ha contattato Kiev per fermare l’operazione. Non è tornato il sereno, ma si tratta certamente di un avvicinamento.
Altro dossier da monitorare è quello che riguarda la Cina. Pochi giorni fa il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha visitato Guangzhou e ha ribadito l’aspettativa di Kiev di una mediazione di Pechino per porre fine alla guerra. “C’è un segnale chiaro, la Cina sostiene l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. E’ stato anche confermato quello che Xi Jinping ha detto a me: la Cina non fornirà armi alla Russia”, la sottolineatura di Kiev. Kuleba ha discusso con il collea Wang Yi dei possibili percorsi per porre fine alla guerra e del possibile ruolo della Cina nel raggiungere una pace sostenibile. La Cina preferisce riferirsi alla guerra in Ucraina con il termine “crisi”, quanto evidenziato dal ministero cinese, mentre Wang ha aggiunto che Pechino “è sempre stata fermamente impegnata a promuovere una soluzione politica” al conflitto in Ucraina: “La Russia e l’Ucraina – riporta Euromaidan – hanno segnalato la loro disponibilità ai negoziati, a vari livelli. Sebbene le condizioni e i tempi non siano ancora maturi, sosteniamo tutti gli sforzi che contribuiscono alla pace e siamo pronti a continuare a svolgere un ruolo costruttivo”. Seguiranno aggiornamenti.
Franco Lodige, 28 luglio 2024
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