Ci si riempie la bocca – nei convegni – parlando di “accountability”, ma è proprio questo meccanismo che è saltato: i governi si formano sempre più spesso sulla base della mera aritmetica parlamentare, a prescindere dal reale consenso nel paese, e l’azione dell’esecutivo e delle tecnostrutture di riferimento è tenuta al “riparo” da qualunque possibilità di efficace controllo e perfino di interferenza da parte dei cittadini, che, per Costituzione, sarebbero pur sempre i titolari della sovranità. E se qualcosa va “storto”? Se un Berlusconi in passato o un Salvini attualmente fossero troppo complicati da sconfiggere in campo aperto alle elezioni? Elementare, Watson: la carta giudiziaria può aiutare a chiudere il cerchio. Deriva molto pericolosa.
Daniele Capezzone, 3 agosto 2020