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I verdi ci diffidano. E il prof Battaglia si scusa

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Riceviamo questa lettera dalla Federazione dei verdi e pubblichiamo:

“É pervenuta alla nostra attenzione la presenza di uno scritto a firma di Franco Battaglia, pubblicato sia sulla piattaforma ad accesso libero www.nicolaporro.it, di proprietà di Nicola Porro che sulla home page della testata giornalistica online del quotidiano “Il Giornale”, raggiungibile alla pagina web www.ilgiornale.it/ mediante il link http://www.ilgiornale.it/autore/franco-battaglia.html

In merito all’articolo in oggetto, si evidenzia come lo stesso sia profondamente lesivo della reputazione e del decoro non solo dello scrivente Angelo Bonelli — vittima di epiteti e canzonatura -, ma anche dell’immagine complessiva del nostro movimento e dell’impegno in favore dell’ambiente e della salute che da sempre lo contraddistinguono.

Appare superfluo richiamare, in questa sede, i contenuti spiccatamente offensivi che caratterizzano lo scritto. Tanto, sia perché ciò ferirebbe oltremodo la nostra sensibilità, sia perché – in buona sostanza – comporterebbe riportare integralmente l’articolo – di cui e a Voi ben noto il contenuto – parola per parola.

Pur a voler prescindere dai toni quanto mai indelicati utilizzati con riferimento alle giovanissime vittime dei disastri ambientali (la cui esistenza è comprovata da studi validati dallo stesso Ministero della Salute — Istituto superiore di sanità e Ministero Ambiente), l’articolo adopera un lessico improprio e diffamatorio e calunnioso che si traduce in un attacco personale e gratuito sia al signor Bonelli che alla Federazione dei Verdi, con espressioni pretestuosamente denigratorie e sovrabbondanti rispetto al fine della cronaca del fatto e della sua critica.

Senza dire che viene strumentalizzata una tragedia al solo fine di polemizzare su orientamenti politici evidentemente distanti da quello dell’autore. Invero, allo scritto non pare potersi riconoscere alcuna utilità sociale, atteso che lo stesso – epurato dal dissing – non offre dati concreti o spunti di riflessione che rivestano interesse per l’opinione pubblica, o comunque idonei ad incidere sulla possibilità di estrinsecazione delle scelte individuali e di partecipazione ad attività costituzionalmente tutelate.

Sul punto, pertanto, ferma la responsabilità dell’autore, si invitano i signori Alessandro Sallusti e Nicola Porro, nelle rispettive qualità di direttore e vicedirettore della testata “Il Giornale”, ad esercitare i poteri di controllo che la loro professionalità impone, sia preventivo, sulla scelta del giornalista ritenuto più idoneo alla trattazione della notizia, sia successivo, di vigilanza sulla veridicità dei contenuti, sia l’attendibilità delle fonti e sulle modalità di esposizione di essi nell’articolo destinato alla pubblicazione, attesa l’idoneità evocativa che le parole riescono a creare nel lettore, soprattutto in considerazione della diffusione e visibilità amplificate dal web.

Infine si rappresenta che lo scritto è reperibile anche alla pagina internet www.nicolaporro.it – ad accesso pubblico – Dunque, tanto l’autore quanto il titolare del sito Nicola Porro hanno deliberatamente utilizzato un mezzo (come quello del web) capace di raggiungere un numero indeterminato o comunque quantitativamente apprezzabile di soggetti posto in essere. Tale condotta, reiterata su più piattaforme e su twitter, è evidentemente finalizzata ad una più rapida pubblicizzazione e diffusione denigratoria del contenuto. In relazione a tali condotte ci si riserva ogni azione in tutte le opportune sedi giudiziarie attesi i danni gravissimi che stiamo subendo.

Pertanto, ferme le responsabilità personali dell’autore per i contenuti altamente offensivi dell’articolo, vi diffidiamo, ciascuno per quanto di ragione, a rimuovere il suddetto articolo chiaramente diffamatorio e lesivo dalla piattaforma nicolaporro.it e dalla pagina internet del quotidiano “Il Giornale” eliminando, altresì, qualsiasi collegamento e reindirizzamento — anche a piattaforme terze quali twitter e blog – al citato articolo — preannunciano sin d’ora che in mancanza, fermo il risarcimento dei danni, si adirà l’autorità giudiziaria per la rimozione dei contenuti diffamatori e denigratori.

Angelo Bonelli

Francesco Alemanni

quale legale Rapp.te p.t. della federazione dei Verdi”

Riteniamo molto utile al dibattito pubblico il tema sollevato dal Prof Battaglia corredato da fonti pubbliche facilmente recuperabili, in merito al computo delle nascite con malformazioni congenite. Pur riconoscendo un linguaggio forse eccessivamente colorito, proprio per favorire un dibattito serio su queste tematiche riteniamo importante pubblicare la lettera della Federazione del Verdi (e ci dispiace che Angelo Bonelli se la sia presa così tanto, e non era nostra intenzione offenderlo) così come riteniamo fondamentale riportare le scuse e le precisazioni del professor Battaglia, qua sotto.

“Mi spiace che la Federazione dei Verdi e il sig. Bonelli abbiano recepito come offensive le mie parole nell’articolo «Tutte le bugie raccontate da quei Gretini dei Verdi», anziché recepirle come legittima critica politica sulla quale magari riflettere.

Nell’articolo potrebbero pur esserci alcune espressioni apparentemente poco eleganti: me ne scuso con la Federazione dei Verdi e con Bonelli, e le ritiro. Mi corre però l’obbligo di motivarle e, soprattutto, sottolineare – contrariamente a quanto asserito nella diffida – l’interesse per l’opinione pubblica dei contenuti del mio articolo, inclusi quelli espressi con le parole poco eleganti di cui, ripeto, mi scuso.

In ordine alla metafora «sono avvoltoi etc.», rammento che l’avvoltoio tipicamente si nutre di chi ha subìto la tragedia della morte. Ora, i 600 bambini nati malformati in Taranto sono sicuramente una tragedia. Ma utilizzarla nella propria propaganda politica, diffondendo ingiustificato allarme presentandola come fatto eccezionale osservato a Taranto, mi ha suggerito spontaneamente quella metafora. Infatti, pur nella tragedia, il numero 600 è, come detto, ben all’interno delle statistiche nazionali diffuse dalla Società Italiana di Neonatologia, secondo cui si registrano in Italia, ogni anno, 25mila casi di nascite con malformazioni congenite.

In ordine alla accusa di «bugiardi», essa nasce spontanea nel momento in cui, come argomentato nell’articolo, nel 2011 alla trasmissione AnnoZero seguita da milioni di italiani, in occasione del referendum sul nucleare e in contraddittorio con me che citavo il rapporto Unscear, il Bonelli, portavoce dei Verdi, affermava testualmente (posseggo la registrazione e la trasmissione è ancora disponibile in rete): «Io ce l’ho qui il rapporto Unscear, prof. Battaglia, e il rapporto Unscear indica 6800 morti per tumore alla tiroide». Quindi egli, dichiarava di avere il rapporto e consapevolmente lo citava errato, posto che nel rapporto si legge invece «oltre 6000 casi, di cui 15 con esito fatale». Questi numeri sono confermati in un più recente rapporto Unscear del 2018. Quindi quell’affermazione del Bonelli era bugiarda. Con l’aggravante che era tesa a orientare il voto di milioni di ascoltatori al referendum sul nucleare. Allora, se i Verdi e il loro portavoce non desiderano essere qualificati “bugiardi”, dovrebbero semplicemente non dire bugie.

Mi pare poi evidente la valenza sociale del mio articolo, che mette a disposizione dell’opinione pubblica le corrette statistiche su eventi d’interesse generale e la attendibilità delle affermazioni di un politico.

Infine, riguardo all’espressione “quacquaracquà”, essa è una citazione dalla ben nota classifica degli esseri umani in un romanzo di Leonardo Sciascia. Rivendico di poter liberamente esprimere parere in ordine alla posizione di chicchessia in quella classifica. In particolare, rivendico il diritto di poter esprimere la mia più totale disistima del modo – a mio parere ascientifico – con cui i Verdi e il signor Bonelli si ergono a paladini di difesa dell’ambiente.

Ultimo, ma non ultimo, leggo nella diffida un tentativo – che mi danneggia – di limitare il mio diritto, sancito dalla Costituzione, di esprimere liberamente il mio pensiero e di esercitare critica politica, soprattutto quando questa ha una elevata valenza di interesse pubblico, quali appunto sono i dati statistici sulle nascite con malformazioni, sui tumori alla tiroide o sulla attendibilità di chi si offre di governarci.

Franco Battaglia

 

 

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