Cultura, tv e spettacoli

Ecco i veri fascisti

Un gruppo di fanatici ha impedito a Eugenia Roccella di parlare al Salone del Libro

Cultura, tv e spettacoli

Al Salone del Libro a Torino si invitano gli editori, si invitano gli autori e poi, se l’autore non è gradito o se il libro non piace, si impedisce all’autore di parlare. È accaduto ieri al ministro per la famiglia Eugenia Roccella, ma non solo a lei. È accaduto anche in altri casi. Ad impedire al ministro per la Famiglia di parlare è stato un gruppo di attiviste e attivisti, soprattutto giovani, i quali, nel loro entusiasmo, sono quasi sempre ottusi. Gli adulti, invece di cercare di aprire la mente dei giovani, trasformano la ottusità in fanatismo.

Il libro di Eugenia Roccella è molto bello e tutti dovrebbero leggerlo. Si intitola: Una famiglia radicale, dove il ministro racconta la storia della sua famiglia, dove radicale è un aggettivo ambivalente. Riguarda l’appartenenza politica di Franco Roccella e di Wanda Raheli. Franco Roccella in particolare fondò con altri (con Mario Pannunzio e Marco Pannella) il partito radicale. Ma l’aggettivo radicale sta a significare anche una famiglia estrema e la storia che viene raccontata qui da Eugenia Roccella è davvero molto bella e quei fanatici che hanno impedito a lei di parlare dovrebbero prima di tutto leggere questo testo che non è nemmeno il testo di un ministro ma è il testo di una scrittrice, di un’autentica scrittrice che con amore ha raccontato i suoi affetti, i suoi dolori, le sue sofferenze e la sua formazione.

In fondo questo è un libro di formazione anche se forse si sarebbe potuto intitolare “La storia di Franco e di Wanda”. Vi voglio leggere due passi: “Per tutta la vita ho detto di essere figlia unica e nipote unica di nonni e zii sia dal lato paterno che da quello materno, ma non è l’intera verità. Per qualche mese ho avuto una sorella, ma la storia dolorosa della sua brevissima vita l’ho saputa solo da adulta anzi non l’ho mai saputa. I brandelli di racconto strappati ai silenzi e alle reticenze li ho ricomposti e ricostruiti in un lungo arco di tempo ma ci sono vuoti che non sono mai riuscita a colmare. Mia sorella si chiamava Simonetta”.

Questo è davvero un gran bel libro. E non si capisce come sia possibile che in questo nostro paese si organizzi un Salone del Libro e poi si impedisca agli altri di parlare dei propri libri o si intonino cori del tipo “via i fascisti dal Salone”. Ma i fascisti sono quelli che gridano “via i fascisti dal Salone”. Che Paese che è questo? È veramente un Paese ormai quasi del tutto finito. I giovani dovrebbero imparare a non rompere, a non dare fastidio e a trovarsi il prima possibile un lavoro, o un mestiere, e di essere utili.

Giancristiano Desiderio, 21 maggio 2023