Oggi si festeggia il 25 aprile, la Liberazione. Una festa a lungo megafono per la propaganda del Partito comunista italiano, che aveva tutto l’interesse a far credere che il nostro Paese fosse stato liberato dai partigiani (in particolare da quelli rossi) e non dagli alleati, come invece è accaduto.
Ma non è questo l’oggetto della mia riflessione odierna, quanto la frase pronunciata durante le celebrazioni dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella secondo cui “non si può riscrivere la storia”. Revisionismo a parte, su Twitter Marco Gervasoni ha giustamente osservato che riscrivere la storia, qualora si trovino nuovi documenti, è esattamente il compito dello storico.
Insomma, “non riscrivere la storia” è per uno storico un controsenso: come chiedere a un critico d’arte di non giudicare i quadri o a un critico letterario di leggere un’opera. Un’affermazione assurda che presuppone come su certi temi esista ancora oggi una sola verità. Di parte e con il benestare del Presidente della Repubblica.