Fissare un tetto rigoroso nella presenza di stranieri nelle classi scolastiche, condizione basilare per assicurare dignità educativa ed evitare la vera e propria discriminazione nei confronti dei nostri giovani, è una battaglia che combatto da 7 anni, da quando mi sono insediata come sindaco.
Anche in questo campo Monfalcone è il paradigma delle conseguenze disastrose che si determinano quando prevale l’ideologia di sinistra, sempre pronta a giustificare e a imporre modelli assurdi a favore degli stranieri e a danno dei nostri concittadini.
Consentire il prevalere in una classe degli alunni stranieri è anche una dimostrazione dell’arroganza delle pretese di egemonia del processo di islamizzazione che si traduce come è avvenuto a Pioltello a chiudere la scuola nel giorno del Ramadan. Bene quindi, il ministro dell’istruzione Valditara che si propone di garantire la maggioranza di studenti italiani perché altrimenti si crea una sorta di degrado e dequalificazione pedagogica ed educativa e si formano classi ghetto.
Quando sono stata eletta ho trovato nelle materne e nelle primarie classi composte da una prevalenza di alunni stranieri, prevalentemente del Bangladesh, mentre un centinaio di famiglie di monfalconesi iscrivevano i loro figli nelle scuole dei paesi vicini. Una vera e propria discriminazione nei confronti dei nostri ragazzi che in condizioni come queste non possono seguire un coerente programma didattico viste le disparità nelle conoscenze di base, nella lingua, nelle modalità di espressione.
In altri termini non si garantisce così una reale accessibilità al diritto allo studio e all’apprendimento ai nostri giovani, mettendo in crisi genitori e insegnanti. Il mio impegno per un riequilibrio è stato osteggiato con una campagna di polemiche e di odio da tutti gli ambienti di sinistra. Ora anche a livello nazionale emergono i guasti di modelli che nulla hanno a che vedere con quella integrazione a parole, che peraltro gli islamici rifiutano continuando a praticare le loro regole e la loro lingua.
Tra l’altro, il Comune ha investito oltre 10 milioni di euro per adeguare e implementare le strutture scolastiche che le precedenti giunte di centrosinistra avevano del tutto trascurato rispetto ai fabbisogni dovuti all’incontrollato arrivo di immigrati e a una norma che ancora consente i ricongiungimenti facili. A Monfalcone su 560 bambini delle scuole dell’infanzia ben 349 sono stranieri, il 63%, nelle scuole primarie su 1.219 ben 805. Nelle singole scuole si arriva a casi come la primaria Randaccio dove su 390 alunni 248 sono stranieri.
Ora, ci stiamo muovendo come Comune per la revisione della programmazione regionale riguardante il dimensionamento scolastico nel territorio comunale al fine di avere soluzioni che rispondano ai limiti previsti per ciascun comprensivo e alla limitazione del numero di stranieri nella formazione delle classi.
Anna Maria Cisint, 29 marzo 2024
* sindaco di Monfalcone