L’orchestrina del Titanic italiano 2020 continua a suonare. Peggio: c’è pure chi si lamenta, quando manca poco allo schianto, del fatto che un violino non sembri bene accordato, o che qualche poltroncina non sia perfettamente comoda. È incredibile la “denial strategy” a cui stiamo assistendo, il parlar d’altro, il negare l’evidenza, la ricerca dell’arma di distrazione di massa. Stiamo per arrivare alla collisione fatale con l’iceberg – cioè, nel nostro caso, a un autunno che porterà con sé uno tsunami di fallimenti e licenziamenti -, eppure l’agenda politica, come se nulla fosse, parla di: vitalizi, legge elettorale, elezione del nuovo presidente della Repubblica, divisioni nei 5 stelle, fibrillazioni intorno alla segreteria del Pd. Giochini di politics e polemiche di palazzo, insomma.
Ora, è successo a tanti governi (anche di centrodestra, in passato) di aver perso progressivamente contatto con la realtà. È accaduto a molte maggioranze e a molti leader di illudersi che il controllo della comunicazione potesse bastare a determinare l’agenda e perfino l’umore della discussione pubblica. Peccato che non abbia mai funzionato: nemmeno in tempi ordinari.
Figuriamoci se potrà funzionare in una situazione che rischia di essere totalmente fuori controllo per la vita concreta di milioni di persone. Nel reality show di Villa Pamphili, ad esempio, qualcuno ha provato a svegliare i passeggeri del transatlantico, ad avvisarli dell’avvicinamento all’iceberg. E a farlo è stato non certo un dinamitardo o un irresponsabile agitatore sociale, ma il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, un uomo di antica attitudine alla mediazione e al rapporto dialogico con i governi: avvisando che solo nel suo settore la previsione è di 270 mila chiusure e di 1 milione di posti di lavoro persi. Un’apocalisse.
E invece? Proprio come sul Titanic, secondo i racconti che si tramandano, i passeggeri delle tre classi erano convinti dell’inaffondabilità del transatlantico, allo stesso modo qui si continua a giochicchiare. Business as usual. Il massimo di “fantasia” che i registi e gli sceneggiatori di governo e maggioranza si concedono è – di tanto in tanto – provare a rialimentare l’emergenza sanitaria, tentare di terrorizzare ancora la gente parlando di focolai pericolosi e di mitiche seconde ondate. Ma la realtà dei numeri li smentisce: e mostra tutto ciò per quello che è, e cioè un tentativo abbastanza patetico di protrarre l’allarme medico per indurre paura, per restare nello stato d’eccezione, per non parlare d’altro.
Ma l’altro è inesorabilmente in arrivo. E anche l’opposizione farà bene a prepararsi: non bastano le parole, ma occorre dare visibilmente la sensazione di aver compreso la stagione terribile che si prepara. In cui è in palio molto di più della guida della giunta regionale pugliese o campana, con rispetto parlando.
Daniele Capezzone, 29 giugno 2020