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Il Bisconte manettaro - Seconda parte

Ha del paradossale anche la dichiarata guerra al contante quando pure il Premier dovrebbe sapere che perfino i suoi colleghi avvocati sono costretti, soprattutto al Sud, a pagare cash nelle Cancellerie dei Tribunali le spese di giustizia.

Tra “cash back” ed estrazioni degli scontrini, il Paese si trasformerà in una grande “Lotteria Italia”. Nemmeno a due habitué di programmi TV e quiz a premi, come La Ruota della Fortuna dei due Mattei, Renzi e Salvini, erano mai venute idee così bizzarre. Tanto più che, se è vero che la restituzione del 10% delle spese pagate con carta di credito avverrà con il “bonus Befana”, la tempistica è perfetta. Tutto questo pasticcio è stato fatto in una notte, dopo che per giorni Conte si faceva scorrazzare dagli aerei dei servizi di sicurezza lontano da Palazzo Chigi. In altri tempi, i giorni che precedevano la finanziaria erano dedicati a continui incontri con le parti sociali, i sindacati, gli industriali e gli enti locali, e si metteva a punto un testo da sottoporre al Consiglio dei Ministri.

Quando Andrea Monorchio era Ragioniere generale dello Stato, la sua presenza nell’anticamera era obbligatoria. I ministri uscivano e verificavano con lui la fattibilità delle varie richieste. Ogni volta, il Ragioniere tirava fuori il suo taccuino, lo compulsava, faceva i conti e poi dava il vaticinio. Se era positivo, indicava a quale capitolo imputare la spesa e come inserirla nel quadro complessivo. Era questa la famigerata Prima Repubblica. Godetevi ora questa, seconda o terza che sia.

Luigi Bisignani, Il Tempo 20 ottobre 2019

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