“Mi prendo l’impegno: se vinciamo, a fine legislatura, gli insegnanti saranno pagati con una retribuzione che sarà la media di quella degli altri insegnanti europei”. Ormai è chiaro: in questa campagna elettorale il segretario del Pd Enrico Letta ha deciso di usare in modo spregiudicato il personale del mondo della scuola per fini propagandistici.
Nella sua ultima uscita, infatti, il segretario dem ha dichiarato di voler allineare gli stipendi del personale scolastico italiano a quelli degli altri paesi europei. Enrico Letta indica anche una scadenza ben definita per il raggiungimento dell’obbiettivo: il 2027. Entro la fine della legislatura, secondo le promesse del segretario del Pd, le buste paghe dei docenti italiani saranno equiparate quanto meno a quelle dei colleghi francesi e spagnoli (utopico pensare di poter raggiungere la media tedesca).
L’Italia é in effetti fanalino di coda tra i paesi Ue per quanto concerne la retribuzione media degli insegnanti. Davanti ci sono, oltre a Germania, Francia e Spagna, tutti i paesi scandinavi, ma anche Belgio, Olanda, Austria e Irlanda. Gli stipendi dei docenti italiani si attestano sui livelli dei colleghi di Malta e Cipro, e risultano superiori solo a quelli di Grecia e paesi dell’Est Europa. Pensare di adeguare il livello degli stipendi degli insegnanti a quelli dei partner europei sarebbe dunque pure sacrosanto. Appare tuttavia quanto meno singolare che la proposta arrivi proprio da Enrico Letta, segretario di quel Partito Democratico che ha governato il Paese per undici anni negli ultimi dodici. In così tanti anni di governo i dem avrebbero potuto trovare delle risorse per aumentare gli stipendi dei docenti, da ultimo col decreto Aiuti bis, eppure nulla è stato fatto.
E, c’è da scommettere, che anche questa volta le promesse di Enrico Letta saranno destinate a rimanere tali. La proposta del Pd, secondo le prime stime, andrebbe infatti a costare circa 8 miliardi di euro, e per di più i dem non hanno ancora dato indicazioni circa le coperture, per cui non è dato sapersi dove i dem intendano recuperare le risorse necessarie per finanziare la loro proposta per il pacchetto scuola.
Pura propaganda elettorale quella del segretario dem, le cui promesse suonano come l’ennesima inaccettabile presa in giro. Un bluff, quindi, orchestrato (casualmente) alla vigilia del voto ed utile soltanto ad estorcere consensi tra l’esercito dei dipendenti della scuola.
Salvatore Di Bartolo, 12 agosto 2022