In alcuni casi le notizie sono talmente assurde da sembrare boutade per strappare due risate sui social. L’esempio perfetto arriva direttamente dagli Stati Uniti e vede protagonista una delle catene più amate al mondo, ossia Starbucks. Il marchio è noto per la sua attenzione alla rivoluzione green, con iniziative spesso talebane. Il grande obiettivo sventolato negli ultimi anni è quello di un caffè a impatto zero nel 2030. Basti pensare alla possibilità per i consumatori di portare una tazza da caffè da casa per ottenere uno sconto. O, in alternativa, alle tazze riutilizzabili, così da eliminare gli sprechi. Ebbene: questa ossessione verde come si coniuga con la richiesta – accettata – del neo-Ceo di utilizzare un aereo per il tragitto casa-lavoro?
Sembra incredibile ma è tutto vero. Brian Niccol deve ancora insediarsi al timone di Starbucks ma è già stato travolto dalle polemiche per le condizioni di lavoro particolarmente favorevoli. In particolare, sui social è esplosa la bufera per la decisione di percorrere 1.600 chilometri dalla casa di famiglia a Newport Beach, in California, alla sede centrale dell’azienda, a Seattle, a bordo di un jet aziendale. Una scelta folle dal punto di vista ambientale, in netta controtendenza con la linea verde della catena, a tratti esasperata.
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Ma come, per non fare trasferire la famiglia il Ceo di Starbucks sfrutta quotidianamente un aereo super inquinante? Ed è emerso un altro dettaglio che fa imbestialire gli integralisti green: l’offerta di lavoro fatta a Niccol prevedeva che non fosse necessario trasferirsi alla sede centrale dell’azienda. In altri termini, è una sua scelta voluta. Con buona pace dell’ambiente. Ma difficilmente le polemiche termineranno qui…
Franco Lodige, 22 agosto 2024
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