Articoli

Il calcio è l’antidoto per questo governo “metafisico”

Articoli

La “questione calcistica” è molto più istruttiva di quanto non s’immagini. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, l’ha liquidata in modo sprezzante, così: “Qui si parla troppo di calcio e poco di scuola”. In verità, di scuola se ne è parlato fino allo sfinimento e con risultati meno che scarsi. Al ministro, però, ha risposto Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale, il quale ha rivendicato sia il valore del calcio sia il diritto a praticare sport: “Si dovrebbe pensare prima di parlare. Lo sport è un diritto, coma la scuola, non è una cosa che viene data così. Lo sport è praticato da milioni di italiani a tutti i livelli”. Tuttavia, proprio nella vicenda del “gioco del calcio” è in gioco non solo il diritto a praticare lo sport ma anche una questione politica e di libertà che riguarda molto ma molto da vicino il governo Conte II ossia l’esecutivo dei pieni poteri e dello stato d’emergenza a lunga conservazione.

Da cittadini a sudditi

Il governo con il quale ogni santo giorno ci dobbiamo, purtroppo, confrontare se non vogliamo avere brutte sorprese è uno speciale tipo di esecutivo che possiamo denominare così: governo metafisico. Si tratta di un ministero che sulla scorta di una situazione eccezionale quale l’epidemia – un’epidemia a sua volta eccezionale perché, per fortuna, non paragonabile né per diffusione né per mortalità alla “spagnola” di un secolo fa – ritiene di poter fare e disfare tutto. Come ha esplicitamente detto il presidente del Consiglio, per avere la sicurezza della salute è necessario limitare o rinunciare ad alcune libertà individuali. Si tratta, in pratica, di uno scambio.

Peccato che sia uno scambio a perdere che non mantiene ciò che promette dal momento che la possibile sicurezza della salute non dipende dalla limitazione della libertà bensì dal servizio sanitario che è il vero e concreto servizio che il governo ha il dovere di garantire. Così in questo scambio scellerato gli italiani passano da cittadini a sudditi perché da un lato non ottengono la sicurezza della salute e dall’altro subiscono anche limitazioni delle libertà individuali. Il governo metafisico gioca letteralmente con le vite altrui perché invece di garantire servizi mostra di essere il padrone della vita, tanto di quella biologica quanto di quella morale.

E il “gioco del calcio”? Il calcio ci mostra in modo esemplare che se vogliamo vivere in modo degno e decente nessuno può essere il padrone della vita. Le regole calcistiche, infatti, valgono anche nel campo della vita. Il calciatore può giocare a calcio perché non è il padrone assoluto del Gioco. La vita funziona allo stesso modo: l’uomo può vivere la libertà perché non è il padrone assoluto della Vita. Chi ritiene di essere il padrone del pallone o del gioco impedisce che si possa giocare. Allo stesso modo, chi crede di essere, in base ad un delirio di onnipotenza, il padrone della vita impedisce che si possa vivere degnamente secondo ragione e secondo libertà. Ecco perché il calcio non è – come si dice – solo un gioco. Se ben pensato ci insegna addirittura a vivere. Ed ecco perché è troppo importante per lasciarlo agli stessi giocatori, ai presidenti, ai giornalisti, agli intellettuali e ora anche alle Asl.

Ordinanze da delirio

Possiamo senza dubbio fermare il campionato di calcio, ma non possiamo, pur volendo, fermare il gioco. Allo stesso modo possiamo fermare la società, istituire il coprifuoco, chiudere le scuole, fare un nuovo lockdown, ma non possiamo, pur volendo, fermare la vita. Non solo non ne abbiamo il diritto, ma non ne abbiamo neanche l’effettivo potere che, non a caso, quando si inoltra su questo terreno diventa subito un abuso e incontra sulla sua strada le Costituzioni. Così i comandi, gli ordini e le ordinanze diventano, per usare l’espressione di un grande giocatore, dei “deliri comandati” che sono tipici del governo metafisico o teocratico che crede di essere infallibile mentre l’esercizio del suo vano potere, alimentato dalla paura, è la manifestazione stessa della sua fallibilità e impotenza.

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva