Pubblichiamo in sei parti l’analisi dal titolo “Clima, riscaldamento globale e CO2. L’IPCC, i Media, le credenze, gli affari, le extra-tasse e la politica” del professor Giuseppe Iazeolla.
Parte 2
Il cambiamento climatico sta avvenendo ora, ma è già accaduto molte volte in passato. Potenti imperi dell’antichità (quando non c’erano emissioni di CO2) sono crollati, e intere civiltà sono state spazzate via da cambiamenti climatici sfavorevoli (glaciazioni, piogge catastrofiche, siccità, ecc.). Si tratta di civiltà che si sono sviluppate attorno al Nilo (Egitto), attorno al Tigri e all’Eufrate (Mesopotamia) e attorno all’Indo. Tra il 2200 e il 1900 a.c. (prima dell’Era cristiana) una terribile siccità colpì l’intero pianeta, società umane insediate in America, Asia, Medio Oriente, Africa equatoriale ed Europa [2], e, anche in tempi più recenti, nell’epoca cristiana (e.c.), i cambiamenti climatici hanno accompagnato la caduta di civiltà come quelle Romana e Maya.
Queste civiltà, tuttavia, prima di crollare attraversarono periodi favorevoli al loro sviluppo, quando i cambiamenti produssero temperature miti e periodi caldi. Osservando infatti le variazioni termiche registrate [2] negli ultimi 2000 anni vi si distingue una sequenza di continui alti e bassi della temperatura in cui si evidenziano tre periodi chiamati periodi caldi, e cioè:
1. l’OCR (l’Optimum climatico romano), dal 200 ante e.c. al 200 e.c.;
2. il PCM (il Periodo caldo medievale), dal 900 e.c. al 1100 e.c.;
3. il PCMD (il Periodo caldo moderno), da poco oltre il 1900 e.c.;
e due periodi intermedi, chiamati periodi freddi, e cioè
4. la Piccola era glaciale tardo antica, dal 200 e.c. al 900 e.c.;
5. la Piccola era glaciale, dal 1100 e.c. al 1900 e.c.
Nell’OCR e nel PCM i ghiacciai si ritirarono (nell’OCR gli elefanti di Annibale attraversarono le Alpi) e il processo di scioglimento innalzò i livelli del mare [2]. Il contrario accadde durante le due piccole ere glaciali, in cui i ghiacciai aumentarono, i fiumi si ghiacciarono e violentissime inondazioni spazzarono via interi villaggi. Caddero ponti e crollarono edifici e le piogge trasformarono i campi in paludi, dove non ci furono più raccolti e la fame diffuse morte e malattie [2].
La Storia mostra che nelle fasi calde, ideali per la vita dell’homo sapiens, le popolazioni riescono a svilupparsi meglio, grazie al buon clima e ai buoni raccolti, e a fare progressi economici, culturali e tecnico-scientifici. Nel PCM, l’Europa vide una grande fioritura artistica e intellettuale in cui confluirono diverse correnti di pensiero: greca, cristiana, ebraica e islamica. Vi nacque lo stile gotico, e l’arte dello scriba produsse i preziosi manoscritti miniati e la lavorazione del legno. Fu l’epoca in cui videro la luce regni medievali destinati a un forte sviluppo spirituale e sociopolitico. Tutto ciò non si sarebbe verificato senza un clima favorevole e raccolti spesso abbondanti, che spinsero i potenti a costruire grandi cattedrali [2].
Allo stesso modo, il mondo Romano, nell’OCR, poté trascurare i problemi di approvvigionamento e dedicarsi alle conquiste repubblicane e imperiali, e alla costruzione di monumenti grandiosi. E similmente nel più recente PCMD, avendo assicurato i bisogni alimentari primari, gli Stati hanno potuto indirizzare i loro sforzi verso la tecnologia e la scienza con la conquista dello spazio e i progressi della medicina. Nel periodo l’umanità non ha mai goduto degli attuali livelli di benessere, longevità, forza fisica e istruzione (v. [5], Cap.12, We’ve never had it so good).
Il meteo e il clima
A riguardo dei fenomeni atmosferici c’è un particolare che spesso viene trascurato, ovvero la differenza tra cambiamenti meteorologici e cambiamenti climatici (v. Graziano in [6]). Sussistono cambiamenti a breve termine e a lungo termine. I cambiamenti a breve termine (le nostre previsioni del tempo) sono quelli meteorologici, mentre quelli a lungo termine (OCR, PCM ecc.) sono quelli climatici, la cui scala temporale è delle diecine e più di anni. Pertanto, è necessario non confondere gli effetti meteorologici, che sono validi su intervalli di tempo brevi, con gli effetti climatici che si evolvono in modo molto più complesso. La confusione tra meteo e clima è spesso propria di molti media dell’informazione e può causare malintesi.
Ad esempio (v. ibidem), l’aumento e la diminuzione di neve e ghiaccio nelle calotte polari, così come nei ghiacciai continentali o nelle piattaforme polari, derivano da fenomeni locali e di breve termine che riguardano principalmente la superficie visibile dei corpi di ghiaccio, mentre fenomeni a lungo termine riguardano il loro spessore profondo. Ad esempio, i ghiacciai del Calderone (Gran Sasso), che si ritirano da decenni, mantengono comunque uno spessore di oltre 25 metri sotto un ampio e spesso strato di detriti rocciosi. Le variazioni e le estensioni delle calotte polari oscillano in modo del tutto naturale, in superficie nel breve termine e in profondità in quello lungo. Lo hanno sempre fatto prima delle emissioni di CO2 nell’atmosfera e dipendono da forze naturali incontrollabili.
La CO2 e il Clima
L’esame di carote di alberi e di suolo ha dimostrato che sia nei periodi di riscaldamento che in quelli glaciali ci furono continui alti e bassi termici, di frequenza e durata talora alte e talora basse.
In assenza del fenomeno CO2 essi non potettero che essere causati dal sistema globale delle interazioni tra atmosfera e oceani, prodotto da forze naturali al di fuori del controllo umano di cui, tra le maggiori, troviamo:
1. La Corrente del Golfo
2. L’Oscillazione Nord Atlantica (NAO)
3. L’Oscillazione Meridionale (El Nigno)
4. L’oscillazione opposta La (Nigna)
5. Le alterazioni dei sistemi monsonici
6. Le nuvolosità e le precipitazioni
7. L’attività del sole
8. Le eruzioni vulcaniche
9. Le variazioni nell’inclinazione dell’asse terrestre.
Tutti fenomeni di grande energia e vastità, presenti in tutti e tre i periodi caldi sopra citati e nei due periodi glaciali intermedi e di tale complessità che gli attuali effetti antropici (la concentrazione di CO2) e il loro possibile controllo possono essere considerati insignificanti, di fronte all’ingovernabilità delle forze naturali.
Il cambiamento climatico è quindi una realtà specifica della terra, dalle cui conseguenze (inondazioni, crolli, frane, ecc.) è certamente necessario difendersi con le opere più opportune, ma da cui non si può pensare di uscire con il semplice controllo della CO2. E non c’è correlazione tra riscaldamento globale e cambiamenti climatici. Ossia è errata la teoria secondo cui è la maggiore evaporazione prodotta dalle temperature terrestri più elevate ad aumentare gli eventi meteorici violenti.
È vero invece il contrario infatti, come dimostrato dal prof. Richard Lindzen [3], il noto esperto di Scienze dell’atmosfera del MIT, le cause degli eventi meteorici violenti sono piuttosto le differenze orizzontali di temperatura nei primi 10 km circa di spessore dell’atmosfera, differenze che una Terra più calda riduce, anziché aumentare!
Giuseppe Iazeolla, 25 dicembre 2024
*Professor of Computer Science Software Engineering and System Performance Modelling
2. Continua nella parte 3
Bibliografia
[1] Battaglia F., “There Is No Climate Emergency: The Petition Sent by 1000 World Scientists to the UN”, Edizioni 21^ Secolo, 2021.
[2] Fagan B., Durrani N., “Climate Chaos. Lessons on Survival from Our Ancestors” Public Affairs 2021. “Storia dei cambiamenti climatici”, Italian version, Il Saggiatore, 2021.
3] Lindzen R., “Straight talk about Climate Change”, Acdemic Questions., Springer 2017.
[4] Pinna S., “Climate Change, the Religion of the 21st Century”, Geographical Spaces, Gruppo Editoriale Tab, 2019
[5] Craig D., “There is no climate crisis”, The Original Book Company, UK 2021.
[6] Porro N., “La grande bugia verde” (“The big green lie”), LiberiLibri 2024.
[7] Hughes R, “La Cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto”, (“The Culture of Complaint”), Adelphi,1994.
[8] Rampini F., “Grazie Occidente!”, Strade Blu, Mondadori 2024.
[9] Iazeolla G., “Principi e Metodi di Simulazione Discreta”, Franco Angeli Editore, 2021.
[10] Lomborg B. “Falso Allarme. Perché il catastrofismo climatico ci rende più poveri e non aiuta il pianeta”, Fazi Editore 2024
[11] Idso C., Singer S.F., “Climate Change Reconsidered”, 2009 Report of the NIPCC (Nongovernmental Panel on Climate Change), The Heartland Institute, Chicago, IL.
[12] Dyson, F “Heretical thoughts about science and society”, https://www.edge.org/conversation/heretical-thoughts-about-science-and-society.