Clima rovente tra Russia e Occidente. Tutto merito, si fa per dire, del presidente francese Emmanuel Macron, che di punto in bianco ha deciso di cambiare passo sull’Ucraina, ipotizzando l’invio di truppe per aiutare l’esercito di Volodymyr Zelensky. Un’uscita folle, che ha costretto gli alleati – Stati Uniti, Italia e Germania in primis – a correggere il tiro. La reazione del Cremlino è stata a dir poco muscolare: Vladimir Putin ha ricordato che le armi russe possono colpire l’Occidente. A gettare benzina sul fuoco ci pensa ora il Canada.
Come riportato da Toronto Star, il ministro della difesa canadese Bill Blair ha aperto all’ipotesi di inviare truppe in Ucraina “a determinate condizioni”. Il braccio destro di Justin Trudeau ha evidenziato che gli istruttori canadesi potrebbero partire per Kiev per addestrare i soldati di Zelensky. L’accordo di sicurezza firmato da Canada e Ucraina prevede che Toronto possa tornare a guidare corsi di formazione in Ucraina “quando le condizioni lo consentiranno”.
“Non voglio inviare il personale delle forze armate vicino a un teatro di combattimento che potrebbe creare la percezione che stiamo assumendo un ruolo attivo in battaglia”, ha precisato Blair, ma il rischio è proprio quello: di dare una “scusa” alla Russia per allargare il conflitto. L’esercito canadese ha già una piccola presenza in Ucraina per proteggere il personale diplomatico e ha già addestrato migliaia di soldati ucraini come parte dell’operazione Unifier.
Insieme al premier italiano Giorgia Meloni, al premier belga Alexander De Croo e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il premier del Canada Trudeau ha visitato Kiev nella giornata di sabato per firmare con Zelensky il patto sulla sicurezza che include un impegno per 320 milioni di dollari in nuove spese militari entro la fine dell’anno. “Putin non può vincere”, le sue parole: “L’Ucraina vedrà la vittoria, proprio come è successo su questo terreno due anni fa”.
Il Canada è sempre stato in prima fila per aiutare l’Ucraina nella guerra con la Russia e Trudeau non ha lesinato attacchi frontali a Putin. Un impegno a parole ma anche concreto. Di pochi giorni fa la notizia dell’invio a Kiev di 800 droni: “I droni sono emersi come una capacità critica nella lotta dell’Ucraina contro l’aggressione russa. Con questi mezzi le truppe saranno in grado di raccogliere più consapevolezza e informazioni sulla situazione, in modo da poter valutare gli obiettivi più rapidamente e con maggiore precisione”. Il ministro Blair ha aggiunto: “Al secondo anniversario dell’invasione illegale della Russia, il Canada è fermamente al fianco dell’Ucraina in difesa della libertà e della democrazia”.
Massimo Balsamo, 1 marzo 2024
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