Secondo le nuove indiscrezioni riportate dagli 007 americani, Vladimir Putin sarebbe malato di cancro. Anzi, pare che il presidente della Federazione russa sia stato sottoposto ad urgenti interventi, proprio ad aprile, per curare un tumore al pancreas in stato avanzato. Non solo. Newsweek, il settimanale che ha riportato e diffuso la notizia, ha parlato anche di “un tentato assassinio a marzo” e di un crescente isolazionismo, attanagliato da una “lotta di potere che non è mai stata tanto intensa”.
La smentita del Cremlino
Fin da subito, il Cremlino ha smentito qualsiasi voce a riguardo. Lo stesso ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, parlando alla tv francese, ha cassato immediatamente la notizia: “Non credo che qualcuno sano di mente possa vedere in questa persona – Putin – dei segni di malattia o di un disturbo qualsiasi”. Eppure, la narrazione sui presunti problemi di salute del leader comincia a conoscere notevoli versioni. All’inizio della guerra in Ucraina, molti media dubitarono del fatto che il presidente russo soffriva di Parkinson. Poi, fu la volta della “smania da Covid”, soprattutto dopo l’incontro con il presidente francese, Emmanuel Macron, ed il lunghissimo tavolo che separava i due al momento del vertice. Infine, voci ufficiose sostenevano addirittura il decesso di Putin, e che la notizia sarebbe mascherata dolosamente da Mosca.
Velo di mistero sullo zar
Insomma, un enorme velo di mistero sembra oscurare la figura del presidente russo. Nonostante tutto, alcuni dubbi meritano di essere sollevati. Francesco De Lorenzo, presidente Favo – Federazione Italiana delle associazioni di volontariato in oncologia – ha ribadito come un cancro non sia certificazione di un’instabilità psichica. E aggiungiamo noi: se la guerra in Ucraina dovesse essere la prova della malattia mentale di Putin, come si spiegherebbe l’invasione della Georgia del 2008, l’occupazione della Crimea, insieme all’inizio della guerra in Donbass, nel 2014 e, ancora, la violenta risposta alle resistenze cecene del 1999? Forse – deduciamo noi – si tratta di una mentalità imperiale ben radicata nella storia, nella cultura, nella tradizione russa; piuttosto che manifestazioni di instabilità psichica, come ventilato dai media occidentali.
I dubbi psichiatrici
Proseguendo nel ragionamento, De Lorenzo specifica come “non bisogna pensare che una terapia in atto, almeno per un malato di cancro, possa incidere dal punto di vista psichiatrico.” E ancora: “Anticipare sentenze per un’ipotesi di malattia oncologica, senza sapere se la diagnosi sia stata fatta in fase precoce o avanzata, significa usare uno stigma per la persona”. Ergo, in questo caso, Putin. In definitiva, lo stesso De Lorenzo ammette l’uso della cautela, della calma, della razionalità. Nessuno può conoscere con esattezza lo stato fisico e mentale del presidente della Federazione, soprattutto in un momento storico in cui l’Occidente è il nemico per eccellenza, in cima alla lista.
I dubbi sono ancora molti. Come potremmo dire, per esempio, che oggi Putin sia malato quando, lo scorso anno, la Nato compiva esercitazioni militari comuni con Mosca? In pochi mesi, è passato da essere il papabile alleato dell’Occidente, in funzione anticinese, al nemico numero uno? La realtà pare essere un’altra: non c’è la volontà occidentale di accettare che il fattore bellico sia parte del patriottismo, del nazionalismo, dell’identità russa. Ed ecco che si passa direttamente alla mostrificazione, alle definizione di “pazzo”, “instabile”, “malato”. Noi, con umiltà, non abbiamo nessuna certezza. Anzi, ci permettiamo di offrire un suggerimento al grande pubblico: diffidate dagli spacciatori di certezze. Soprattutto, in contesti così cruciali.
Matteo Milanesi, 4 giugno 2022