Il libro di cui vi parlo oggi non lo trovate in libreria. Scritto da Giovanni Maddalena e da Riccardo Ruggeri, si chiama Uomini o consumatori. Il declino del Ceo capitalism. E l’unico modo per poterne entrare in possesso è quello di abbonarsi al “simil quotidiano on line” Zafferano.news. Foglio di informazione digitale pensato e ideato proprio da Riccardo Ruggeri e la cui caratteristica editoriale, del tutto inedita, è la sua perpetua gratuità. L’idea di Ruggeri è che l’editoria, come la conosciamo noi, sia morta e se per questo anche il capitalismo classico non si trovi in gran forma. Il dramma, contenuto diffusamente nel libro, è che la “libertà è confusa con l’arbitrio, la conoscenza con la sola analisi, la morale con il moralismo, il dubbio con lo scetticismo e la laicità con il laicismo”.
L’idea più originale di Ruggeri, che da semplice operaio ha scalato tutti i gradini della gerarchia industriale fino a diventare potente amministratore delegato, è che viviamo in un Ceo capitalism, geniale locuzione da lui inventata. “Nel Ceo capitalism i cittadini (e le persone) vengono sostituiti dai consumatori e le figure centrali non sono più gli imprenditori ma i supermanager (Ceo, chief executive officers), figure impersonali, che non rischiano il proprio capitale e che sono nominati da un consiglio di amministrazione. È un’alterazione radicale del capitalismo: le responsabilità non sono più del “padrone” o dell’imprenditore ma sfumano in una rete indefinita”. È una critica feroce all’evoluzione recente del capitalismo, che, aggiungiamo noi, non è più mercato.
I Ceo “sono pagati moltissimo… perché sono dei bravi comunicatori che riescono a far apparire sempre in salute le loro realtà, anche quando non lo sono, e così procurano giganteschi guadagni in Borsa. Ma nessuno si accorge del trucco? No, perché parte del gioco è che i Ceo siano connessi culturalmente, economicamente, e spesso personalmente, con gli organi di controllo e con la politica”. La rivoluzione digitale, ha come sublimato, questo meccanismo. “Il Ceo capitalism ha preso le vesti delle felpe californiane: vende tutto a basso prezzo ma prende gratis da tutti i dati personali, dall’anagrafica alle preferenze in ogni campo. Il modello organizzativo si ripete, identico, in tutti i campi: ai supermanager corrispondono i supercuochi, i superprofessori, i superartisti, per non parlare dei supermagistrati e dei superavvocati”.
Il tratto di Ruggeri non è malinconico, ma pessimista. È un’analisi originale, prende spunto da principi e saperi liberali, ma ad essa forse manca un pizzico in più di fiducia nell’ordine spontaneo, che alla fine distrugge ed emenda anche se stesso. Speriamo, almeno.
Nicola Porro, Il Giornale 9 agosto 2020