Secondo fonti interne a Palazzo Chigi, che non siamo riusciti a verificare, l’impulso allo schiaffo a Tempa Rossa sarebbe arrivato dai rappresentanti del gabinetto (non tecnici del ministero dunque) di Di Maio. Proprio il dicastero a cui Renzi, aveva affidato l’ultima parola, togliendola a comuni e comitati locali, per sbrigare la pratica. Una beffa. Anche se il più è fatto e tra poco il campo olio dovrebbe partire comunque. Resta il segnale politico fatto passare dai grillini. Da una parte sbloccano i cantieri, vedremo, snellendo le procedure, affidando la bacchetta magica a dei supercommissari e nel contempo mettono in congelatore il farraginoso codice degli appalti, dall’altra incatenano un cantiere già realizzato e tra poco operativo, obbligandolo a non muovere più un passo.
Un comportamento piuttosto schizofrenico e un segnale a quegli avventurieri stranieri che volessero azzardarsi ad investire in Italia, che da noi, la certezza del diritto è un optional e che come scrive Amélie Nothomb chi entra nel nostro Belpaese deve sempre farlo «con stupore e tremore».
Nicola Porro, Il Giornale 9 giugno 2019