La cultura invece di rivolgersi a sé stessa si rivolge al Principe. Con il risultato che più lo Stato diventa potente, burocratico, pesante, indebitato e più aumenta la sua inefficienza, la sua irrazionalità o, in una sola parola, la sua impotenza.
L’Italia è finita, diceva Prezzolini tanti anni fa, e tale resterà fino a quando gli Italiani cercheranno nello Stato ciò che solo loro individualmente e civilmente possono pensare e fare. In fondo, non è vero che il potere corrompe, siamo noi che corrompiamo il potere.
Giancristiano Desiderio, 21 maggio 2020